Huawei Watch 2
La seconda versione del Huawei Watch si è fatta attendere. Ma più che una scelta di Huawei, quello che abbiamo dovuto aspettare è stato Android Wear 2.0: Google ha centellinato le uscite del proprio sistema operativo per wearable, dunque costringendo i produttori ad attendere a loro volta la disponibilità del software per poter offrire ai clienti nuovi device con caratteristiche differenti dalla precedente generazione. Huawei ha dunque atteso, ma nel frattempo ha deciso di cambiare molto: dalle misure ai materiali, dalle forme al tipo di utente che ha in mente per il proprio smartwatch.
Ci sono tre diverse versioni di Huawei Watch 2, più le varianti cromatiche: la matrice prodotti quest’anno è formata da un modello base con design sportivo, alter ego della versione con a bordo uno slot per la SIM e predisposto per la connettività 4G; infine c’è il modello Classic, più vicino al design del Watch originario e a quello di un orologio a movimento meccanico, privo però di connettività 4G. Complessivamente si può scegliere tra 5 varianti, ma in tutte l’hardware sotto la cassa resta praticamente lo stesso.
Cambia parecchio anche la confezione: abbandonato l’approccio da orologiai, la scatola bianca di questo Huawei Watch 2 è più simile a quella di molti altri prodotti Huawei, con al suo interno ovviamente il prodotto e gli accessori indispensabili che comprendono un caricabatterie e una base di ricarica magnetica.
Dicevamo che Huawei ha deciso di cambiare molto il suo Watch in vista di questa seconda versione. Il primo cambiamento, più evidente, è che la versione “active” (chiamiamola così, viste le forme) ha una sagoma che ricorda più gli orologi sportivi di quelli classici. Il corpo è affusolato e si fonde perfettamente col cinturino, c’è una bella corona di ceramica lucida (non ruotabile) che circonda il quadrante, il cinturino offerto nella scatola è di materiale plastico.
Indossare il Huawei Watch 2 in questa versione (ma anche in quella Classic) offre una sensazione molto diversa dal precedente: il device è più compatto e più leggero, solo 40g in questa variante (47 l’altra), a tutto vantaggio della vestibilità anche sui polsi più minuti tipicamente femminili. Non è prevista una doppia cassa, ma abbiamo avuto modo di vedere il Huawei Watch 2 indossato da donne che si sono dichiarate soddisfatte di come calza. 45 millimetri la larghezza della cassa, che è spessa 12,6 millimetri: ormai è un orologio a tutti gli effetti, a una prima occhiata è indistinguibile da un cronografo tradizionale.
Un altro cambiamento riguarda lo schermo-quadrante: questa volta è protetto da un vetro Gorilla Glass, resta realizzato con tecnologia AMOLED ma ha una diagonale da 1,2 pollici con una risoluzione di 390×390 pixel (326ppi). Nella pratica non cambia molto, in pratica l’esperienza è comparabile a quella del precente Watch, anche se la presenza di due pulsanti sulla cassa questa volta permette di semplificare un po’ l’accesso alle funzioni del software.
Buone notizie sul piano dei materiali: l’adozione di una cassa in polimero rende più leggera la struttura, anche se il fondo resta comunque in acciaio. Ma soprattutto l’adozione di uno standard di impermeabilità IP68 significa che si può sfoggiare il Huawei Watch 2 con maggiore tranquillità in tutte le situazioni: magari meglio non farci il bagno nell’acqua di mare, ma il cinturino in gomma e la rinnovata resistenza all’acqua equivalgono a dire che si può usare per correre sotto la pioggia, portarselo sotto la doccia e così via. Resta un dispositivo elettronico: non abusate delle sue capacità, ma qualche schizzo d’acqua non dovrebbe costituire mai un problema.
Dentro la cassa ci sono dei cambiamenti piuttosto importanti: a cominciare dal processore adottato, che questa volta è lo Snapdragon Wear 2100 di Qualcomm dunque un prodotto progettato specificamente per i wearable. Resta inalterato lo storage, fissato a 4GB, ma la RAM sale a 768MB: nel complesso il Watch 2 è sempre reattivo ed efficace, non abbiamo registrato rallentamenti di sorta (solo il boot è lunghetto, ma ci può stare). L’adozione del nuovo processore è indispensabile per rendere possibile montare anche un modem e altri strumenti di connettività: questa versione provata è soltanto WiFi (2,4GHz, 802.11b/g/n), ma la versione 4G monta un modem LTE che sfrutta una SIM apposita per collegare lo smartwatch direttamente alla rete mobile.
Altro fattore significativo, legato a doppio filo all’adozione di Android Wear 2.0, è anche la presenza del GPS direttamente a bordo (supporta anche i segnali Glonass): un aspetto non secondario soprattutto per quanto attiene l’allenamento sportivo, visto che l’unità è in grado di registrare gli spostamenti (unendo i dati di accelerometro, giroscopio e bussola) senza necessariamente essere connessa a uno smartphone. Chi corre troverà questo aspetto particolarmente importante.
Non mancano infine NFC, Bluetooth 4.2, un sensore per la luce ambientale (che mancava sul primo), barometro, e naturalmente il sensore ottico per il battito cardiaco sul retro della cassa a diretto contatto con la pelle: anche questa tecnologia è stata aggiornata, e ci è parsa più semplice da utilizzare e più precisa rispetto alla precedente. La batteria montata è da 420mAh, accreditata per oltre 24 ore di autonomia tra una ricarica e l’altra.
Valutare uno smartwatch significa di fatto mettere alla prova tre aspetti fondamentali: l’autonomia, la leggibilità dello schermo, le funzioni offerte. Cominciamo subito col dire che l’autonomia del Huawei Watch 2 è buona, supera agevolmente la giornata lontano dalla presa anche se ci infilate di mezzo un allenamento di circa 1 ora con GPS attivo. Resta valido quanto detto anche per il modello precedente, e per tutti gli altri smartwatch in circolazione: non sono pensati per indossarli una settimana alla volta, la soluzione migliore è metterlo in carica prima di andare a dormire e indossarlo la mattina seguente prima di uscire di casa. Da sottolineare anche una nuova funzione di Android Wear 2.0, che quando la batteria cala sotto il limite minimo per garantire le funzioni smart pone l’orologio in una modalità a basso consumo che mostra unicamente l’orario sul quadrante.
Proprio Android Wear 2.0 ha portato a bordo degli smartwatch alcune novità come per l’appunto il supporto a 4G e GPS nativo nel software: questo ha semplificato la vita ai produttori e migliorato la qualità delle soluzioni che è possibile offrire, tenuto anche conto del fatto che c’è l’accesso diretto dallo smartphone al Play Store e ci sono app per così dire “native” che operano direttamente sulla memoria dello smartwatch senza ricorrere allo smartphone.
Ciò detto, nonostante tutto uno smartwatch resta uno schermo secondario rispetto a quello dello smartphone: il suo utilizzo principale resta quello di consultare le notifiche al volo, di rispondere magari con una emoji ai messaggi che arrivano, seguire le indicazioni stradali sulla mappa. Si può cambiare rapidamente brano musicale riprodotto, si può tenere sotto controllo la propria sessione di allenamento.
Approfittiamone per chiarire che il Huawei Watch 2 resta uno smartwatch, non è un cardiofrequenzimentro specialistico per lo sport, e quindi qualche limite per lo sport lo mostra: lo schermo AMOLED, che è sempre ben leggibile anche all’aperto, reagisce con una certa pigrizia ai movimenti del polso per aumentare la luminosità quando si guarda il quadrante. Ma se ciò è assolutamente accettabile per chi stia passeggiando o se ne sta seduto alla scrivania, se si sta correndo o pedalando il ritardo è eccessivo: non è un caso se in generale i cardiofrequenzimetri adottino di solito uno schermo a fondo chiaro con le cifre scure, e una finitura meno lucida del vetro del quadrante, una combinazione di certo più leggibile nella maggior parte delle situazioni.
Ciò detto, ci ha ben impressionato soprattutto la app per l’allenamento fornita in bundle da Huawei nel Watch 2: è la più completa a disposizione, con tre campi personalizzabili mostrati a schermo e una seconda scheda con la mappa su cui viene tracciato il percorso in tempo reale. Si può tenere sotto controllo battito cardiaco (leggermente sovrastimato rispetto alle fasce toraciche, ma niente di grave), la distanza percorsa, il ritmo e molti altri parametri per valutare la prestazione: al termine della stessa c’è anche la possibilità di ricevere indicazioni sulla qualità dell’allenamento svolto, quale sarebbe il tempo di recupero ideale da attendere prima dello sforzo successivo e molto altro.
Il resto dell’esperienza d’uso ricalca quanto già visto con gli smartwatch: la vibrazione avverte in modo netto quando una notifica arriva al nostro polso, ci sono circostanze nelle quali si può effettivamente tenere il telefono in tasca e limitarsi a dare un’occhiata di tanto in tanto al Watch 2 al nostro polso. Con la versione 4G certo le possibilità aumentano: in quel caso si può collegare un auricolare Bluetooth direttamente all’orologio e telefonare direttamente senza neppure doversi portare dietro lo smartphone, questo un aspetto non trascurabile per chi (ancora) è solito uscire di casa per un’oretta al giorno per correre o andare in bici.
Huawei ha fatto bene i compiti a casa: il Watch 2 è più leggero e comodo da indossare del predecessore, ma ha mantenuto inalterata l’autonomia, la piena compatibilità con i cinturini universali per orologi tradizionali, e ha aggiunto nuove funzioni come il GPS e nella versione 4G anche la connettività mobile.
Per meglio comprendere l’idea di Huawei dietro il rinnovato Watch, diamo un’occhiata ai prezzi di vendita: si parte da 329 euro per questo modello oggi in prova, si passa ai 369 euro per la versione 4G e design sportivo e si arriva a 399 euro per la variante Classic con cassa in acciaio. Apprezzabile il calo di prezzo della versione base, che è decisamente più completa sia sul piano dell’allestimento tecnico e più gradevole esteticamente, mentre chi vuole qualcosa in più potrà decidere di provare la versione 4G (compatibile sia con le SIM tradizionali che con le e-SIM) che non dovrebbe cambiare in modo significativo l’autonomia. Infine la versione Classic è pensata per chi ritiene l’orologio un accessorio irrinunciabile ma vuole dargli un tocco di modernità in più.
Nonostante il design sportivo, il Huawei Watch 2 non è un sport-watch: è pensato e relizzato come uno smartwatch, si presta in modo efficace anche a fare da compagno di allenamento ma chi fa sul serio dovrà comunque pensare di dotarsi di uno strumento apposito. In qualità di smartwatch, invece, il Watch 2 fa tutto quello che ci si attende: bene le notifiche, bene lo schermo, buona l’autonomia. Guardare il polso per scoprire chi ci ha scritto un’email, e decidere se rispondere subito o rimandare, può essere utile; così come ricevere indicazioni su quando abbiamo raggiunto la nostra fermata sulla metro, cambiare rapidamente brano musicale in riproduzione, controllare la situazione meteo. Meno si tiene acceso lo schermo dello smartphone, più a lungo dura la singola carica: avere uno smartwatch, tutto sommato, male non fa.
L’offerta Watch 2 di Huawei è concorrenziale: non ci sono novità eclatanti o differenze particolari con le alternative sul mercato, ma vale senz’altro tenerlo da conto se si decide di dotarsi di uno smartwatch. Non siamo ancora convinti che sia questa la forma definitiva di questo tipo di accessorio, nè che siano queste le funzioni a cui si limiterà questa categoria per il prossimo futuro: se avete già uno smartwatch al polso, comunque, questa nuova generazione vale la pena di una seconda occhiata, così come è sensato anche valutare la possibilità di un upgrade.