Huawei Mate 9
E venne il turno del Mate 9: la nuova ammiraglia di casa Huawei è un prodotto che raggiunge una sua maturità tecnologica e stilistica e si piazza in cima all’offerta dell’azienda cinese. Vale la pena ricordarlo, Huawei è un’azienda che nasce nel grande paese asiatico: ma guai a considerare i prodotti del marchio come delle repliche scadenti dei prodotti di altri brand più blasonati. Ormai, bisogna ribadirlo, Huawei è a tutti i diritti un marchio che merita di essere confrontato direttamente con le regine del settore: lo dicono i prodotti, come il Mate 9 che vi stiamo per raccontare; e lo dicono i numeri, con centinaia di milioni di smartphone venduti ogni anno e un trend in crescita.
Il Mate 9 arriva nella confezione quadrata, questa volta color antracite, che abbiamo già conosciuto con P9 e P9 Plus: evidente il riferimento a Leica, visto che anche questo smartphone dispone di una doppia fotocamera posteriore sviluppata assieme al marchio svizzero-tedesco. Ne parleremo diffusamente più avanti. Non manca davvero nulla al suo interno: caricabatterie che eroga fino a 5 ampere grazie alla tecnologia SuperCharge sviluppata dalla stessa Huawei, coppia auricolari stereo con corpo in metallo di ottima fattura, la graffetta/pin per estrarre il vassonio della SIM, l’indispensabile cavo USB con all’altro capo il connettore Type-C. Da segnalare, oltre al manuale, anche la presenza di un comodo adattatore da micro-USB a Type-C: molto utile per riciclare vecchi cavi e acceessori anche col nuovo smartphone.
Rispetto al Mate S, la cover fornita nella confezione è più semplice e copre soltanto gli angoli e la parte posteriore: non è una scelta tanto negativa, non a tutti piacciono le cover a libretto, e che ci sia è sempre meglio di niente. Da sottolineare inoltre che sullo schermo è montata di serie una pellicola morbida classica: anche questa una aggiunta comoda, anche se si perde un po’ l’effetto seta che avevamo sperimentato sul P9, e la plastica assorbe qualche didata di più. Niente di tragico, comunque.
Tra tutte le colorazioni presentate, solo due arriveranno in Italia per il Mate 9: ovvero la space grey che vediamo in queste pagine e in questa recensione, e la moonlight silver che è più chiara nella parte metallica e bianca sul frontale. Finiture del metallo più simili al P9 che al P9 Plus, molto ben realizzato l’assemblaggio e la cura per i dettagli. Tutto in alluminio lo smartphone, fatta eccezione per i due segmenti che nascondono le due antenne sul posteriore.
Il percorso seguito da Huawei col design dei Mate si conclude degnamente con questo Mate 9: naturalmente il prossimo anno vedremo un Mate 10, o comunque Huawei deciderà di chiamare questo smartphone nel 2017, ma è davvero significativo cosa ha raggiunto l’azienda con questo prodotto. I bordi arrotondati dello schermo si raccordano con un fianco in alluminio spazzolato, a contrasto col posteriore satinato: non ci sono praticamente spigoli vivi che infastidiscono nel corso dell’utilizzo, e nonostate le dimensioni davvero significative (5,9 pollici la diagonale) nel complesso il Mate 9 si impugna comodamente.
Abbiamo detto delle finiture di alluminio, non abbiamo detto dello spessore davvero compatto di questo Mate 9: nella parte più sottile, complice una opportuna rastrematura del posteriore, si raggiunge i 7,9 millimetri. Non è un fattore da sottovalutare per due aspetti: prima di tutto la diagonale imponente di questo phablet pone dei problemi a chi vorrebbe utilizzare il telefono con una sola mano (ma ci sono sempre le gesture della EMUI), e questa soluzione tecnica lo rende più maneggevole. Altro aspetto da valutare è la presenza di una batteria integrata che, nonostante tutto, raggiunge i 4.000mAh di capacità. Peso che arriva a 190 grammi: prevedibile, visto anche il frontale in Gorilla Glass e il resto di alluminio.
L’approccio sul posteriore per quanto attiene l’estetica combina P9 e Mate 8: due fotocamere sono racchiuse in uno scudo di vetro, con accanto in bella mostra il riferimento al marchio Leica e alle lenti montate f/2,2, doppio flash LED e sensore laser per la messa a fuoco. Le due fotocamere sono poste in verticale, al contrario di quanto visto sul P9, ma il principio che guida il sistema è lo stesso: un sensore RGB e uno monocromatico che lavorano in concerto. Ci torniamo tra un secondo sulla fotocamera, continuiamo a parlare del design del Mate 9. C’è un microfono, il secondario, e l’ormai solito sensore per le impronte digitali di forma circolare: efficace e velocissimo come di consueto, sta bene piazzato sotto la fotocamera e non “sporca” il posteriore. Da rimarcare che questa volta il doppio sensore fotografico gode della stabilizzazione ottica (OIS).
Frontale essenziale, con una fotocamera da 8 megapixel (con autofocus, e accanto al quale c’è il LED di notifica RGB) e i soliti sensori di luminosità e prossimità: niente tasti fisici, bordi dello schermo ridotti all’osso per non eccedere nelle misure complessive dell’unità. Lo schermo, protetto come detto dal Gorilla Glass, è un IPS FullHD. Sopra lo schermo c’è ovviamente anche la capsula auricolare: quando lo smartphone è impugnato in orizzontale funziona assieme con lo speaker di sistema per offrire audio stereo come sul P9 Plus. Abbiamo già detto che di serie lo smartphone monta una pellicola proteggi-schrermo, che non guasta mai.
I bordi: su quello superiore jack audio e emettitore infrarossi, in basso dietro due griglie simmetriche ci sono microfono e altoparlante di sistema, oltre al connettore USB Type-C. Sulla destra ci sono pulsanti per accensione/standby e regolazione del volume. Infine, sul lato sinistro c’è il vassoio doppio che ospita una nano-SIM e una microSD, o in alternativa due SIM: dipende dal modello che sceglierete, nel nostro caso si trattava di quello predisposto sia per il dual-SIM che per accogliere una espansione di memoria. Questa volta la versione dual-SIM arriverà in Italia, ed è assolutamente consigliabile sceglierla per avere maggiore flessibilità.
Le misure: 156,9 per 78,9 millimetri la superficie frontale, 7,9 millimetri già citati per lo spessore e 190 grammi di peso. Considerata la diagonale dello schermo da 5,9 pollici non sono numeri particolarmente alti, anzi: la batteria è molto capiente, 4.000mAh come detto, e restare sotto i 200 grammi pare già da solo un risultato eccellente. Nonostante il Mate 9 resti un telefono unibody sigillato, comunque, non c’è alcuna certificazione per l’impermeabilità.
Sotto il cofano iniziamo a fare sul serio: il nuovo HiSilicon Kirin 960 è un SoC di tutto rispetto, che vede l’impiego di 4 core Cortex-A73 da 2,4GHz e altrettanti Cortex-A52 da 1,9GHz, abbinati a una GPU Mali-G71. Numeri e benchmark alla mano è il più potente processore in circolazione, e questo è un passo avanti notevole se si pensa anche solo a dove eravamo 18 mesi fa con il P8: non fa più compromessi Huawei, integra in un processore i design ARM più moderni e cerca di guadagnarsi il primato (temporaneo, perché naturalmente i processori Qualcomm e Samsung del prossimo anno saranno ancora più potenti) del settore.
Dotazione di memoria altrettanto significativa: 4GB di RAM LPDDR4 e 64GB di storage a stato solido UFS 2.1, con quest’ultimo espandibile tramite microSD fino a 256GB. La dotazione è ampia abbastanza da giustificare chi decidesse di restare legato alla sola memoria interna senza espanderla, dunque optare per la doppia SIM installata è una eventualità che non è remota in questo caso.
Lo schermo in risoluzione FullHD, e non 2K o oltre, viene gestito in scioltezza dalla GPU: interfaccia sempre fluida, tempi di caricamento e performance perfette nei giochi e nelle altre applicazioni multimediali. Curiosa la scelta di optare per una tecnologia IPS, niente AMOLED: però il pannello non fa rimpiangere troppo questa possibilità, visto che è luminosissimo (all’aperto non avrete mai problemi di leggibilità) e non pare che ci sia un impatto particolare sull’autonomia. Anche la risoluzione massima non pare un problema: si usa tranquillamente a tutte le distanze, e il Mate 9 dovrebbe essere nonostante tutto pronto per la realtà virtuale (“daydream ready”).
Un altro passo in avanti significativo è legato alla connettività: Bluetooth 4.2, NFC, WiFi dual-band fino al protocollo 802.11ac, ma soprattutto LTE Cat.12. Si tratta probabilmente del primo terminale dotato di queste capacità, fino a 600Mbit in download grazie alla aggregazione di 4 bande di un singolo gestore (da verificare chi supporti già oggi questa tecnologia: pochi, ma il Mate 9 è a prova di futuro), e ciò si unisce a due antenne davvero molto sensibili che lo rendono in grado di catturare segnale GSM e WiFi in modo molto efficace. Migliorato anche il sistema di roaming internazionale: basta accendere il terminale dovunque ci si trovi per vedersi registrati in un istante a un provider locale.
La presenza dell’emettitore a infrarossi e del jack audio sono una buona notizia: il primo può essere utile per trasformare un onnipresente telefono in un telecomando universale (dalla TV al decoder, dal condizionatore a chissà cos’altro), il secondo significa non dover sacrificare niente per ciò che riguarda la flessibilità di uso e l’impiego di accessori già acquistati in precedenza. L’audio, inoltre, è stereo come sul P9 Plus: sfrutta sia la capsula auricolare che l’altoparlante di sistema per i contenuti multimediali.
A bordo del Mate 9 Huawei ci ha piazzato il nuovo sistema operativo Android Nougat 7.0 con la EMUI 5.0. Un’accoppiata che ci ha convinto, sia per le prestazioni che per l’estetica: Android fa passi in avanti che sul piano pratico appaiono poco evidenti, ma le differenze ci sono soprattutto a livello di codice e si vedranno col tempo (per esempio il sistema di machine learning che ottimizza nel tempo l’uso della memoria storage: significa che lo smartphone resterà costante nel corso della sua vita operativa per ciò che attiene le performance); la EMUI subisce un restyling davvero azzeccato, alleggerita e semplificata e con la possibilità ora anche di attivare il drawer delle app per ottenere un’interfaccia generale più simile a quella di Android stock.
Nella vita di tutti i giorni il Mate 9 fa la differenza: è un terminale potente che sfrutta in modo esemplare tutti i cavalli del processore senza strafare per ciò che attiene i consumi. 4GB di RAM si vedono e fanno sì che non ci siano rallentamenti nel caso in cui si opti per il multitasking (alcune app supportano la suddivisione dello schermo in due e lavorano assieme, anche questo grazie ad Android 7): che si stia navigando con Chrome o giocando, non abbiamo mai sperimentato esitazioni nel corso dei test, nonostante l’unità in prova montasse un firmware non ancora definitivo e che sarà aggiornato nei prodotti che andranno in vendita.
Connettività pressoché perfetta, allo stato dell’arte: rapida la registrazione sulle reti, buona la ricezione, buona la qualità della connessione e la sua stabilità. Bene la capsula auricolare in chiamata, e bene anche la qualità dell’audio registrato: 4 microfoni a bordo usati, come sul Mate S, per dare direzionalità al suono catturato e amplificare solo l’interlocutore (o gli interlocutori, c’è la possibilità di specificare che ci si trova in una chiamata di gruppo) senza che il rumore di fondo infastidisca chi sta dall’altra parte. Una funzione utile anche per chi usa lo smartphone per registrare conversazioni e interviste.
Bene il lettore di impronte, ma questa non è una novità per Huawei: ci sono le solite gesture per sfruttarlo non solo per sbloccare il telefono, e si può usarlo per proteggere sia le singole app che uno spazio di memoria locale cifrato, non copiabile all’esterno dello smartphone, dove custodire dati particolarmente sensibili.
Bene la multimedialità: lo schermo è luminoso e ben definito, come detto, l’altoparlante di sistema sincero nel restituire in modo equilibrato bassi, medi e alti (e bene svolge il compito di vivavoce in chiamata). Ci sarebbe stato bene un pannello AMOLED, avremmo avuto davanti un terminale eccezionale: Huawei ha preferito usare questa tecnologia solo sul costoso Mate 9 Porsche Design (1.395 euro, edizione limitata), forse anche in virtù del fatto che in quel caso la diagonale è leggermente inferiore e arriva a 5,5 pollici. Bene anche la riproduzione dei video fino a 4K, rapidissima, senza doversi preoccupare praticamente di niente per guardarli.
L’autonomia. Beh, Huawei ha giocato davvero al rialzo questa volta arrivando ad affermare di poter toccare 2 giorni di autonomia con questo Mate 9: magari 48 ore non sono alla portata dei 4.000mAh della batteria, non sempre almeno, ma senz’altro il Mate 9 va molto vicino alle performance dichiarate. Se non siete utilizzatori allo spasimo del terminale riuscirete a superare tranquillamente la giornata di utilizzo senza ricaricare, ma anche se siete maniaci delle notifiche e avete spesso il telefono in mano resterete sorpresi di quanto a lungo resista il Mate 9 prima di dover ricorrere a un powerbank o a una presa. E poi il caricabatterie SuperCharge fornito fa miracoli: 20 minuti per mezza batteria piena, un risultato ottenibile solo con la combinazione di tensione e corrente erogata su misura grazie al chip presente nell’alimentatore di serie che dialoga con lo smartphone.
E veniamo alla fotocamera, un banco di prova davvero importante visto che Huawei stessa si sbilancia e rilancia la sua collaborazione con Leica parlando già di “seconda generazione” della tecnologia doppio sensore a pochi mesi dal lancio del P9. Già all’epoca avevamo detto bene del prodotto più compatto: l’accoppiata di un sensore RGB da 12 megapixel con uno altrettanto ampio monocromatico ci aveva convinto, seppure restasse qualche dubbio su quanto i due lavorassero davvero di concerto per la riuscita finale degli scatti. Questa volta il sistema ci ha convinto di più, la differenza pare notarsi ed è una buona notizia per tutti.
La fotocamera anteriore da 8 megapixel, con autofocus, ci pare analoga a quella vista sul P9 Plus: bene le foto grazie anche a una lente f/1,9 molto luminosa, i fanatici dei selfie avranno pane per i loro denti: peccato manchi il flash frontale, il cui ruolo viene svolto dallo schermo stesso che si illumina di bianco per simularne la presenza.
Veniamo però alla fotocamera posteriore. Questa volta si fa un passo avanti con una lente f/2,2 davanti a un doppio sensore CMOS: quello a colori (RGB) rimane da 12 megapixel, quello monocromatico (bianco e nero) cresce fino a 20 megapixel senza una perdita significativa di gamma dinamica o aumento del rumore di fondo. Vale sempre, per il sensore RGB, il concetto dei pixel maggiorati: diagonale superiore per i singoli punti del reticolo significa meno rumore di fondo, e il risultato finale pare confermare questa impostazione. I due sensori, come detto, lavorano assieme: quello RGB cattura informazione sui colori, quello monocromatico sulla luce, il risultato finale elaborato dal processore dedicato presente a bordo (e potenziato rispetto al P9) è una somma tra le due immagini. Ovviamente si può anche optare per scattare solo in bianco e nero, perdendo le informazioni sui colori ma aumentando la sensibilità alla luce.
Funzionano davvero assieme i due sensori: questa volta diciamo che senz’altro il connubio produce immagini più convincenti, con prestazioni costanti di giorno e alla sera e con un risultato complessivo che ci ha convinto. Il Mate 9 scatta foto alla pari con tutti i suoi concorrenti più blasonati, le modalità di scatto creativo (quella notturna, il light painting e così via) sono tutte ben confezionate ed efficaci: il lavoro svolto con Leica anche per ottimizzare la resa cromatica dei sensori, così come la taratura dello schermo per coprire al meglio lo spazio colore SRGB, si vede; la raffica raggiunge ancora una volta i 60 fotogrammi al secondo. Non si può certo paragonare uno smartphone a una fotocamera vera e propria: ma il Mate 9 soddisferà le esigenze di moltissimi utenti che preferiscono viaggiare leggeri, pur dovendo rinunciare a qualche performance in più che solo una macchina fotografica vera e propria può offrire. Chi sta imparando a scattare, inoltre, può optare per le riprese in RAW da post-produrre in seguito: occupano spazio in memoria, ma si possono ottenere risultati interessanti.
Il video fa un passo in avanti sul Mate 9: si arriva fino alla risoluzione 4K per il girato, con stabilizzazione ottica attiva, o in alternativa si può scendere a 1080p a 60fps. Il risultato è migliore che in passato, ma sul video non ci sentiamo di mettere (ancora) il Mate 9 alla pari con la concorrenza: i miglioramenti si vedono, ma le riprese in movimento ci piacciono ancora di più altrove.
Facciamo un bilancio generale: com’è, davvero, la fotocamera del Mate 9? Siamo davanti a un ottimo prodotto, senz’altro meritevole di stare sul podio e in certi casi ci sentiamo di dire anche sul gradino più alto. L’interfaccia Leica è chiara e facile da usare, c’è una gran varietà di modalità di scatto in automatico e in manuale, rapida la scrittura degli scatti in memoria. E poi la qualità delle riprese fotografiche è più che soddisfacente in ogni situazione: di giorno e alla sera si possono tirar fuori delle foto ottime, ricordando che stiamo parlando sempre di uno smartphone, e con la modalità in bianco e nero si possono produrre immagini molto suggestive.
Come valutare quindi nel complesso questo Mate 9 di Huawei? Ovviamente le nostre considerazioni non possono prescindere dal prezzo, fissato per l’Italia a 749 euro e che lo piazzano tra gli smartphone più costosi in circolazione e senz’altro nella fascia più alta del mercato. Il prezzo del Mate 9, destinato poi senz’altro a farsi più invitante su strada e nei listini degli operatori, è espressione di dove intende posizionarsi Huawei rispetto alla concorrenza: rispetto a quest’ultima, vista la dotazione di schermo e memoria a bordo ci pare un prezzo comunque giustificabile.
Certo bisogna capire se a tanti euro corrispondano però prestazioni all’altezza delle aspettative. Il Kirin 960, il processore montato, è davvero potente; lo schermo molto luminoso; la fotocamera posteriore realizza scatti di assoluta qualità per uno smartphone, sia se utilizzata in modo completamente automatico che optando per la modalità manuale; la batteria è praticamente infinita, sembra davvero che non finisca mai sul Mate 9. Tutto sommato, quindi, piazzare il terminale nella fascia alta del mercato è tutto tranne che un azzardo per Huawei.
Quali sono i fattori limitanti? Beh, diciamo che ormai tutta la concorrenza propone smartphone con certificazioni di vario genere per la impermeabilità: sarebbe stato bello che anche il Mate 9 lo avesse fatto, ma visto che in generale non ci sentiamo di consigliare di utilizzare questi device in acqua o in condizioni proibitive per qualsiasi altro dispositivo elettronico, non è forse una mancanza così grave. Discorso diverso per le misure: un phablet da 5,9 pollici è davvero ingombrante in tasca, dunque va valutato attentamente se fa al caso nostro. Certo l’autonomia garantita è notevole: ma 190 grammi sono tanti per gli standard attuali dei prodotti più compatti, e dunque qualcuno potrebbe trovarlo troppo grosso e pesante.
Nel confronto con la concorrenza, interna ed esterna, il Mate 9 appare comunque parecchio convincente: è un terminale solido, con performance eccellenti e una dotazione completa (basti citare Android 7.0 e la connettività LTE Cat.12). La nuova EMUI è più leggera e razionale della precedente: sempre meno “cinese” e sempre più europea per gusti e finiture. Non ci sono acuti particolari in un pacchetto ben equilibrato: la fotocamera posteriore e la batteria sono il fiore all’occhiello, e se non avete problemi con i phablet di questa taglia vale la pena prendere in considerazione il Mate.
A questo punto ci domandiamo dove andrà Huawei nel 2017: al prossimo Mobile World Congress saremo già in prossimità del P10, che arriverà però in primavera, ma la traiettoria seguita in questo 2016 è stata davvero interessante. I numeri di vendita danno ragione a Huawei, che pare essere in grado di assecondare le richieste dei suoi clienti affezionati e dei nuovi: il Mate 9 pare a sua volta destinato ad alzare un po’ l’asticella per la concorrenza, che mantiene alcuni vantaggi sul piano tecnico ma che ormai deve accettare la sfida dell’azienda cinese senza più poterla semplicemente liquidare come un marchio emergente.
Statistiche
Scheda tecnica
Caratteristiche principali
Nome prodotto | |
RAM | 6 GB |
Storage | 128 GB |
Prezzo Base | 589.00 |
Capacità della batteria (mAh) | 4000 |
Risoluzione in Mpx | 19.7 |
Diagonale Schermo | 5.9 |
Jack audio | |
Pieghevole | |
SoC | ARM |
Reti supportate | |
Tipo di pannello dello schermo | Altro |
Sistema operativo | Android |
Versione SO | 7.0 |
Caratteristiche fotocamera
Numero sensori | 2 |
Apertura focale | 2.20 |
Flash | |
Frame rate | 30 |
Grandangolo | |
Massima risoluzione video | 2160p |
Messa a fuoco | |
Raw | |
Stabilizzatore | |
Tipo di zoom | |
Zoom, numero ingrandimenti | 2 |
Numero sensori | |
Apertura focale | 1.90 |
Massima risoluzione video |
Altre caratteristiche
Ricarica wireless | |
Ricarica rapida | |
Resistente all'acqua | |
Infrarossi | |
NFC | |
Tipo di USB | Type-C |
Tipo di WIFI | WIFI 5 |
Dual Sim | |
Altezza in mm | 156.900 |
Larghezza in mm | 78.900 |
Peso in grammi | 190.000 |
Spessore in mm | 7.900 |
Scheda memoria esterna ( max supportata) | |
GPU | |
PPI -> risoluzione schermo e presenta i naming FHD 4K etc | 373 |
Protezione schermo | |
Refresh schermo | |
Biometria | Si |
Caratteristiche minori
GPS | |
supporto eSim | |
Audio stereo | |
Luminosità | |
Rapporto di aspetto | |
Accelerometro | |
Bussola | |
Giroscopio | |
Interfaccia utente |