Abbiamo un serio rapporto di amore-odio con le fotocamere frontali dei nostri telefoni. Certo, a tutti piace scattare selfie e la loro popolarità ha contribuito a guidare più siti di social media all’interno del mercato delle app da mobile. Ma le fotocamere stesse sono così dannatamente scomode, occupano preziose proprietà del telefono e rubano sempre più spazio allo schermo stesso. Una nuova soluzione consiste nel riporre lo snapper sotto il display, proprio come ha fatto ZTE con il suo Axon 20 5G. Ora Zack di JerryRigEverything sta mettendo alla prova questo modello: vediamo insieme come resiste agli abusi e alle torture. Grazie al video possiamo dare anche uno sguardo migliore su come funziona questa strana fotocamera.
ZTE Axon 20 5G: cosa dicono i test sul nuovo device?
Onestamente, il test di resistenza alle torture non è davvero la parte interessante di questo video. Ciò che interessa maggiormente è proprio la tecnologia della fotocamera sotto lo schermo. Comprensibilmente, osservandola al dettaglio si noti come sia visibile in certe condizioni ben precise.
I primi piani mostrano che l’area sopra la fotocamera è meno densa di pixel rispetto allo schermo circostante e, quando è completamente illuminato, si possono semplicemente distinguere gli spazi che lasciano passare la luce. Le animazioni che si spostano in quest’area a volte sembrano un po’ discontinue, il che potrebbe essere una conseguenza dell’aliasing e della risoluzione inferiore in quella piccola porzione.
Possiamo anche vedere alcuni campioni di immagini e, con poca sorpresa, la qualità ne risente a causa di questa disposizione della fotocamera. Le luci intense raccolgono un alone pronunciato e ogni cosa sembra avere come una patina soffusa sui dettagli, quasi come se lo schermo stesse avendo un effetto di diffrazione sulle sorgenti luminose.
Prima che questo test inizi a sembrare troppo negativo, ricordate che questa feature è ancora agli inizi e, proprio come i telefoni con schermo pieghevole che stanno migliorando di anno in anno, potrebbero volerci solo una o due generazioni affinché questi moduli inizino a funzionare come si deve.