In Italia non molti conoscono Zetta, ma quest’azienda spagnola che vende smartphone Android è sotto attacco. In questi ultimi giorni il Web l’accusa di rivendere apparecchi Xiaomi ri-marchiati.
La società – fondata nel 2014 dallo spagnolo Unai Nieto e dal cinese Eric Cui – si è sempre presentata sul mercato spagnolo come alternativa locale all’iPhone: i suoi smartphone Android hanno prezzi più bassi di quelli Apple o Samsung, ma vengono venduti come device di alto profilo, peraltro prodotti in patria. Componentistica realizzata in Spagna, insomma – almeno questo è quanto dichiara Zetta. Però sembra che le cose non stiano proprio così.
Smartphone Zetta con batteria marchiata Xiaomi
Lo scorso 15 ottobre sul forum Forcoches è apparso un thread in cui si accusa la società di vendere smartphone Xiaomi ri-brandizzati con il proprio logo. Uno degli utenti del forum ha aperto il suo apparecchio Zetta, ha preso la batteria, ha rimosso l’adesivo presente sulla batteria e ci ha trovato sotto un altro adesivo con il logo Xiaomi e un codice seriale. Ma non è stato l’unico: altri utenti, seguendo l’esempio di questo primo utente, pare abbiano fatto la stessa scoperta. Molti utenti hanno quindi notato che in effetti i device venduti da Zetta sono molto simili a quelli Xiaomi anche nell’aspetto – eccezion fatta per il logo dell’azienda (una ghianda a cui è stato dato un morso).
Il sito Thegeekhammer – che per primo ha riportato la notizia – ha deciso di investigare su queste scoperte mettendo mano all’OS degli apparecchi Zetta. Andando a fondo nel codice del sistema operativo usato da Zetta, ha scoperto che si tratta di una versione modificata di CyanogenMod, una notissima ROM open source che è gratuita solo per gli utenti finali. Il che significa che per usare questa ROM sugli smartphone i produttori devono acquistare necessariamente delle licenze.
Gli smartphone Zetta – di cui al momento sono state vendute solo 1.200 unità – hanno peraltro prezzi più alti di quelli Xiaomi. L’azienda spagnola dunque potrebbe aver acquistato diverse centinaia di apparecchi Xiaomi dalla Cina, per poi modificarli (personalizzarli) e rivenderli sul mercato interno. Basta mettere a confronto i modelli per accorgersene. Online lo Xiaomi Redmi 2 è in vendita per 90 euro, mentre lo Zetta Conquistador 4.7 SE (che dovrebbe essere lo stesso apparecchio ribrandizzato) in Spagna costa 185,95 euro; lo Xiaomi Redmi Note 2 online viene venduto per 160 euro, mente il suo omologo Zetta Conquistador 5.5 Plus si trova in commercio in Spagna per 235,95 euro. Lo Xiaomi Red Rice, che si può trovare in vendita per appena 80 euro, Zetta lo avrebbe ribrandizzato come Conquistador 4.7 per venderlo a 169,95 euro.
Confronto modelli Xiaomi e Zetta
Zetta comunque si è difesa dalle accuse di re-branding, sostenendo che queste voci che circolano non corrispondono al vero o meglio sarebbero “inaccurate". L’azienda afferma che il suo smartphone Zetta Multiverse sarebbe stato ideato e sviluppato in Spagna con l’aiuto di produttori cinesi (per la fase realizzativa). La polemica comunque monta: il movimento consumatori spagnolo Facua vuole spiegazioni. Ha chiesto infatti alle autorità di intervenire e attraverso il suo account Twitter sta spingendo gli acquirenti degli apparecchi Zetta a chiedere un rimborso.
Intanto Xiaomi ha preso le distanze da tutta la vicenda dichiarando ufficialmente – attraverso il suo vicepresidente Hugo Barra – che non ha stretto alcun accordo con Zetta per la distribuzione dei suoi apparecchi ri-brandizzati in Spagna o per l’uso del suo sistema operativo MIUI. Anzi, sembra che prima del 15 ottobre nemmeno sapesse dell’esistenza di questa azienda. Non è chiaro comunque se il colosso cinese intraprenderà delle azioni legali in merito.