Zao come FaceApp: niente è gratis sul Web, suvvia

Prima FaceApp, ora Zao, tutte le applicazioni di questo genere vengono viste come macchine che rubano i dati personali per farne non si sa cosa.

Vi ricordate la bufera intorno a FaceApp, l’applicazione nata qualche anno fa, ma diventata virale solo molto dopo? Tutti hanno provato a invecchiare il loro volto caricando sui server degli sviluppatori una foto, ma subito dopo si è gridato allo scandalo per i rischi legati alla privacy. Adesso, la stessa identica cosa sta accadendo con Zao, ma in Cina: si tratta di un’app portentosa che permette di sostituire il proprio viso con quello di un attore, catapultandosi così nelle scene più celebri di alcuni film.

Zao: è polemica per l’uso delle immagini

Il funzionamento dell’app è geniale quanto elementare: si carica una foto e il potente algoritmo è in grado di estrapolare i dati del volto e inserirli (con precisione incredibile) al posto di quella dell’attore. Il risultato è un video di una determinata scena di un film, selezionabile fra quelle disponibili, da poter condividere a piacimento. Indovinate un po’? Il servizio è completamente gratuito. Segnatevi questa informazione.

Secondo quanto riportato dai colleghi di Bloomberg, nella privacy policy di Zao si legge che su tutte le immagini caricate e i video realizzati gli sviluppatori si garantiscono una licenza d’uso irrevocabile e perpetua. In soldoni, con una sola frase, gli sviluppatori si arrogano il diritto di utilizzare a piacimento il materiale ottenuto dagli utenti. Interrogati, i responsabili di Zao hanno fatto presto modificare la privacy policy e a spiegare che non hanno intenzione di fare usi sbagliati delle immagini, ma semplicemente di sfruttarle per migliorare l’algoritmo di riconoscimento e sostituzione dei volti all’interno delle clip. Hanno anche aggiunto che tutto viene cancellato quando l’utente decide di eliminarlo.

Si tratta delle intenzioni reali? Nessuno può confermarlo.

Sul Web niente è gratis

Ricordate quanto abbiano appena detto? Bene, perché è così che funziona il Web. Quello che ci sembra gratis ha un prezzo velato, anche abbastanza pesante, si tratta dei nostri dati personali. I social non sono gratis, le app “free” non sono gratis, i giochi che sembrano gratis, non sono gratis.

Dunque, se anche solo gli sviluppatori di Zao volessero le nostre facce per addestrare il loro algoritmo, avreste comunque “pagato” loro il prezzo del servizio offerto con le vostre fotografie. E no, non c’è niente di cui scandalizzarsi. Se non volete concedere a nessuno i vostri dati, potete fare così: spegnete lo smartphone, spegnete il PC e – mi raccomando – spegnete il modem di casa e ufficio. Niente è gratis su Internet.

 

Fonte: Bloomberg

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