La situazione delle pubblicità su YouTube sta diventando sempre più insostenibile per molti utenti, che si sentono bombardati da contenuti inappropriati e spesso ingannevoli.
Si passa da annunci di videogiochi, che promettono scenari incredibili per poi mostrare un gameplay totalmente diverso, a spot con contenuti sessualmente espliciti, che creano comprensibile disagio ed imbarazzo.
Google, pur dichiarando di aver proibito questo tipo di materiale su Youtube e di non indirizzarlo ai minori, sembra non riuscire a far rispettare le sue stesse regole.
Non si placa l’invasione degli annunci V.M. 18 su Youtube
Un recente episodio, segnalato su Reddit, ha messo in luce le carenze del sistema di controllo messo in atto da Big G. Un bambino di 7 anni, guardando video su YouTube con il cellulare della madre, si è imbattuto in una pubblicità pornografica con protagonista un’attrice fin troppo somigliante alla youtuber che il giovane stava seguendo in quel momento: Loserfruit.
L’accaduto ha comprensibilmente creato non poco imbarazzo per la persona adulta che lo stava supervisionando. È vero: il bambino stava usando il telefono della madre, e non il suo dispositivo personale, ma questa circostanza non giustifica l’accaduto. YouTube stesso impone l’età minima di 13 anni per la creazione di un account, ma questo non rende comunque accettabile veicolare tali contenuti ad un tredicenne, figuriamoci a un bambino di soli 7 anni. In questi casi sarebbe meglio affidarsi a YouTube Kids, una versione pensata appositamente per i più piccoli, ma si teme che gli imprevisti capitati con la piattaforma principale possano riproporsi anche con la sua declinazione family friendly.
Il sistema di moderazione di Google, basato sull’intelligenza artificiale, si sta rivelando inadeguato e non in grado di assicurare la tranquillità degli utenti, in particolare i più giovani. La quantità di annunci NSFW su YouTube è aumentata esponenzialmente, così come la frequenza con cui gli utenti sono costretti a visualizzarli. Questo ha portato un numero sempre maggiore di pubblico ad installare adblocker, spingendo Google a cercare di aggirali con strategie subdole come l’iniezione di pubblicità lato server. In sostanza, Google sembra più interessata a massimizzare il profitto che a proteggere gli utenti di Youtube da annunci ingannevoli o dal contenuto sessualmente esplicito.