Informazioni errate o poco chiare: quante volte è capitato di incontrarne guardando video su YouTube? Una soluzione esiste già, in realtà: si tratta delle note, dei riquadri aggiuntivi che hanno lo scopo di chiarire o correggere quello che viene detto in un video, ma accessibili soltanto al suo creatore. Presto, però, le cose potrebbero cambiare perché Google sta testando una funzionalità per consentire anche agli spettatori di dare il proprio contributo, aggiungendo delle note.
Combattere la disinformazione
In poche parole, questa nuova funzionalità consentirà agli spettatori di aggiungere contesto a un’affermazione specifica di un video, in modo tale che anche gli altri spettatori possano venirne a conoscenza.
Google, a tal proposito, fa un esempio pratico prendendo in esame un video dove viene spiegato che, tra gli animali estinti, c’è anche la tartaruga gigante. Un’informazione tuttavia non accurata, perché esemplari di questo animale sono stati ritrovati nelle Isole Galapagos nel 2019.
In questo caso l’errore dell’autore parrebbe in buona fede, perché aveva realizzato il video prima della scoperta. Per mettere a conoscenza anche gli altri spettatori di questa nuova informazione, gli utenti hanno quindi aggiunto una nota pubblica al video, spiegando l’inesattezza e fornendo anche un link che prova quanto affermato.
Il funzionamento appare quindi molto semplice. Ogni nota inviata dall’utente, spiega Google, viene sottoposta a una valutazione effettuata da terze parti, che decideranno se è idonea alla pubblicazione o meno. Le note verranno visualizzate pubblicamente sotto un video e alle persone verrà richiesto di fornire il proprio feedback, valutandole in una scala di utilità. A quel punto subentrerà l’algoritmo con sistema adattivo, che prenderà in considerazione queste valutazioni per determinare determinare quali note pubblicare.
Google ha chiarito che, per il momento, si tratta di un test limitato a una strettissima cerchia di utenti negli Stati Uniti e in lingua inglese. Il motivo dietro questa nuova funzionalità potrebbe celarsi dietro alla crescente disinformazione che circola in rete a ritmo sorprendente ed evitare così che gli utenti possano acquisire informazioni sbagliate dalla piattaforma.
Naturalmente, come ogni novità, c’è un’altra faccia della medaglia e non è escluso che possa venire sfruttata anche in senso opposto, ovvero per creare di proposito disinformazione. In quel caso, resterà da capire quali misure i valutatori e gli algoritmi applicheranno per evitarne la diffusione. Il resto del pubblico potrebbe iniziare a vedere già le prime note pubbliche nelle prossime settimane o mesi.