Xiaomi ha richiesto il brevetto per un drone

I documenti del progetto svelano che l'apparechio si può gestire dal wearable Mi Band.

Da diverso tempo di parla dell’ingresso di Xiaomi nel mondo dei droni, ma non c’erano prove tangibili di un interessamento dell’azienda cinese in questo campo: nessun progetto, nessuna immagine, nessuna conferma da parte dell’azienda. Qualche giorno fa però è emerso un documento che confermerebbe l’intenzione da parte della società di produrre un proprio veicolo di questo genere.

Documento brevetto drone Xiaomi
Documento brevetto drone Xiaomi

Ad agosto 2015 Xiaomi avrebbe presentato infatti richiesta di registrazione di un brevetto presso l’ente cinese che si occupa della proprietà intellettuale.
Come potete vedere dalle due immagini qui sotto, non è possibile ricavare molti dettagli dal progetto sottoposto ad approvazione, ma qualche ipotesi possiamo farla. Con sicurezza conosciamo il numero di sistemi motore+elica di cui il veicolo è dotato: 4. Altro elemento molto probabile – anzi pressoché certo – è che il drone potrà comunicare con un wearable, o meglio con il braccialetto Mi Band. Probabilmente l’utente che indosserà il dispositivo sarà in grado di far compiere al drone determinate azioni con il solo movimento del polso, come ad esempio una piroetta, una picchiata, una salita di quota o addirittura l’attivazione della fotocamera integrata. Sì, perché le immagini esplicitano anche questo particolare: la presenza di una camera per la trasmissione/registrazione di immagini sotto le 4 eliche.

Documento brevetto drone Xiaomi
Documento brevetto drone Xiaomi

Anche sul costo del dispositivo sono state fatte delle ipotesi; c’è chi dice che il drone potrebbe essere venduto in patria per una cifra molto bassa: soli 999 yuan, ossia circa 142 euro (al cambio attuale). E non è detto che il device venga commercializzato solo in Cina; ricordiamo che dallo scorso maggio la società ha iniziato a vendere accessori vari anche negli USA e in Europa – peraltro direttamente, cioè senza intermediari – e ha filiali anche in India, Indonesia, Brasile, Filippine, Malesia, Singapore, Hong Kong e Taiwan.

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