Con il lancio di Xiaomi 12T Pro, il brand è tornato a mostrare i muscoli nel segmento di mercato a cui si rivolge chi cerca un’esperienza da top di gamma, ma con un occhio rivolto al budget. Lo ha fatto lo scorso anno con il predecessore 11T Pro e i feedback raccolti si sono dimostrati utili per migliorare una formula già capace di rivelarsi vincente, intervenendo su aspetti chiave come la potenza di calcolo e il comparto imaging, mantenendo al tempo stesso invariati alcuni punti di forza. Abbiamo trascorso un paio di settimane in compagnia dello smartphone: queste le nostre impressioni.
Xiaomi 12T Pro: le fotocamere
Partiamo da quello che è considerato l’elemento chiave del dispositivo, l’unità Samsung ISOCELL HP1 da 200 megapixel, che sul retro è affiancata da una coppia di altri elementi rispettivamente da 8 megapixel (ultragrandangolare) e 2 megapixel (macro). Qui i passi in avanti da segnalare sono due, in relazione al sensore principale e in confronto al modello precedente: la presenza di un sistema per la stabilizzazione integrato e l’aumento dei megapixel, appunto da 108 a 200.
In fase di scatto si ha la possibilità di scegliere fra tre opzioni per il salvataggio: 12,5 (impostazione standard), 50 e 200 megapixel. A chi non ha intenzione di andare in stampa consigliamo la prima, a tutti gli altri la seconda, che effettivamente porta con sé più dettagli, pur incamerando un briciolo di rumore in condizioni di illuminazione non ottimali. L’ultima, a formato pieno, non ci è sembrata offrire grandi vantaggi in termini di definizione, nonostante i file occupino parecchio spazio in più (fino a 80 MB stando ai test).
Molto convincente il risultato che si ottiene con la modalità ritratto. Siamo finalmente giunti al momento in cui, grazie alla componentistica di ultima generazione e all’azione combinata degli algoritmi, le resa cromatica dei volti e l’effetto bokeh tipico di questa fotografia soddisfano appieno. Niente più artefatti o sfocature visibilmente fittizie. A questo proposito, rimandiamo a un thread della community Xiaomi per capire quali risultati si possono ottenere. https://www.c.mi.com/global/post/403529
Abbiamo citato l’unità da 8 megapixel con ottica ultragrandangolare che fa esattamente quanto promette, catturando immagini con un campo visivo ampio e una qualità tutto sommato buona. Non è il principale punto di forza del comparto, ma all’occorrenza non delude, soprattutto se impiegata di giorno e con una luce favorevole. Una precisazione: tutti gli scatti qui allegati non sono stati alterati né ritoccati in post-produzione, se non per questioni di ridimensionamento.
Capitolo a parte per il sensore delegato alle macro. Fa il suo dovere ed è in grado di regalare soddisfazioni nelle condizioni migliori, ma due annotazioni sono d’obbligo: manca l’autofocus (la corretta messa a fuoco si trova a circa 4 centimetri di distanza dall’oggetto) e la risoluzione è diminuita da 5 a 2 megapixel rispetto a quanto visto sul predecessore 11T Pro. Una scelta, quest’ultima, che inevitabilmente si fa sentire.
Si ha modo di spingersi con lo zoom fino a un 10x (interpolato) per catturare anche i dettagli più distanti. Il sistema funziona, ma occhio alla qualità del risultato finale, che inevitabilmente perde definizione per gli oggetti o i soggetti in lontananza. Qui sotto il crop senza ridimensionamento di uno scatto grandangolare.
Di seguito, invece, un dettaglio catturato al massimo dell’ingrandimento.
La modalità per le sessioni di scatto in notturna restituisce buoni risultati, ma questa non è una novità per i top di gamma del catalogo Xiaomi. Può essere impostata per entrare in azione in automatico o per essere attivata manualmente. Ciò che fa è allungare il tempo di esposizione così da incamerare un quantitativo di luce sufficiente a generare un’immagine completa e senza rumore, occupandosi della stabilizzazione necessaria a evitare un fastidioso effetto mosso. Il sistema impiegato da 12T Pro lo fa con risultati convincenti e piuttosto rapidamente: solitamente basta un secondo o poco più (che ricordiamo essere comunque un periodo molto lungo per una fotografia a mano libera). Qui sotto un test eseguito con luce ambientale ridotta al minimo.
A proposito di stabilizzazione, si comporta molto bene anche quella applicata alla registrazione video. In questo caso è da segnalare il supporto al formato 8K (24 fps, su 11T Pro era 30 fps) che però consigliamo solo se strettamente necessario, poiché crea filmati dalle dimensioni davvero importanti. Le alternative 4K (30 fps) e 1080p (30 fps) sono solitamente da preferire. Bene il comportamento soprattutto del sensore principale, anche in notturna.
Nulla di particolare da segnalare, invece, per quanto riguarda la fotocamera frontale da 20 megapixel, sia nei selfie sia nelle videochiamate. Tutto regolare, come ci si aspetterebbe.
Concludiamo con la modalità Pro, che permette di intervenire su tutti i parametri che definiscono l’esposizione di un’immagine, dalla sensibilità ISO al tempo di apertura, oltre che sulla lente da utilizzare. A differenza di quanto visto su altri dispositivi, in questo caso non si tratta di un semplice esercizio di stile. Funziona e anche bene, concedendo libertà d’azione a chi ha dimestichezza con i concetti della fotografia e preferisce non delegare ogni scelta agli automatismi. Promossa.
Il design: ottimo grip, ma manca qualcosa
Conclusa la corposa, ma necessaria parentesi dedicata al comparto fotografico, passiamo in rassegna le impressioni raccolte nelle due settimane in compagnia di 12T Pro, partendo da quelle inerenti al design.
Ci muoviamo qui in un territorio per il quale ogni valutazione è ovviamente soggettiva e fortemente legate alle preferenze di ognuno. Le dimensioni sono generose, ma rimaste sostanzialmente invariate, così come il peso, poco oltre i 200 grammi. Il camera bump sul retro si fa notare, ma è inevitabile non si vuol rinunciare a tenere in tasca sensori con le caratteristiche appena descritte.
Ottimo il grip, buono il feeling generale. Da segnalare la presenza di bordi in policarbonato e l’assenza della certificazione IP68 che per qualcuno potrebbe essere indispensabile. Nella confezione troviamo una cover protettiva trasparente, sempre utile.
Una gioia per gli occhi (e per le orecchie)
Abbiamo aperto concentrando l’attenzione sul comparto fotografico definendolo uno dei punti di forza dello smartphone. È così, ma non è il solo. L’altro è da ricercare in quello multimediale, che non scende a compromessi.
Troviamo un ampio display AMOLED da 6,67 pollici con risoluzione 2712×1220 pixel (ben 446 ppi) e frequenza di aggiornamento dinamica che arriva a 120 Hz. Nella scheda tecnica trovano posto anche il supporto a Dolby Vision e HDR10+.
Questo, insieme ai due altoparlanti con Dolby Atmos e realizzati in collaborazione con Harman Kardon, garantisce un’esperienza di livello molto alto durante la riproduzione dei contenuti e dei giochi. La visione di un film o di una serie TV in streaming, da piattaforme che supportano queste tecnologie, è una gioia per gli occhi e per le orecchie.
Unico appunto, la posizione degli speaker, uno sul bordo superiore e l’altro su quello inferiore, ma disposti il primo verso l’angolo sinistro e il secondo verso quello destro: quando il telefono è tenuto in mano, in orizzontale, può accadere di coprire accidentalmente una griglia.
Sempre in tema di display, la scelta di integrare il lettore di impronte digitali sotto il pannello è più che azzeccata. È questa la soluzione definitiva per gli smartphone, soprattutto se la componente è reattiva come in questo caso, con riconoscimento puntuale e sblocco immediato.
Il cuore pulsante: Qualcomm Snapdragon 8+ Gen 1
Molto buone le prestazioni generali, con il cuore pulsante Qualcomm Snapdragon 8+ Gen 1 che non mostra mai incertezze. Abbiamo provato la configurazione con 8 GB di RAM (è disponibile anche quella da 12 GB), ma non abbiamo mai riscontrato rallentamenti o incertezze nemmeno con molte applicazioni aperte in contemporanea o nell’esecuzione dei giochi più pesanti.
In merito alla memoria interna, i 256 GB a disposizione sono più che sufficienti per l’archiviazione delle app e degli elementi multimediali. Attenzione solo a non esagerare con le immagini a pieno formato o con i video 4K/8K.
Buona la batteria da 5.000 mAh, che regge bene un’intera giornata di utilizzo grazie anche ad alcune ottimizzazioni lato software. Davvero ottima, invece, la ricarica da 120 W, un lampo. Nella scheda tecnica di Xiaomi leggiamo che l’autonomia può passare da 0% a 100% in 19 minuti. Nel nostro test, con il caricatore in dotazione, ha impiegato leggermente di più (circa 22 minuti), ma in ogni caso si tratta di una scheggia. Manca purtroppo la compatibilità con i sistemi wireless, che qualcuno potrebbe avvertire, soprattutto ora che anche in uffici e luoghi pubblici sono sempre più diffuse le stazioni per incamerare energia con questa modalità.
Wi-Fi 6, 5G e Blaster IR
Nulla da segnalare in merito a connettività e telefonia, se non il pieno supporto a Wi-Fi 6, 5G, Bluetooth 5.2, NFC e di un Blaster IR. Il trasferimento dati avviene senza incertezze e la qualità delle chiamate è eccellente.
Android con MIUI, una garanzia
Concludiamo la disanima con un focus sul comparto software. C’è ovviamente Android e c’è la MIUI, con due anni di aggiornamenti garantiti per il sistema operativo e tre anni per le patch di sicurezza. Al primo avvio si troveranno diverse applicazioni preinstallate che con tutta probabilità si vorranno immediatamente eliminare.
Anche per quanto riguarda l’interfaccia personalizzata vale lo stesso discorso già fatto in precedenza: può piacere o meno. Di certo non è un’esperienza stock, né minimalista. Fortunatamente, i parametri sui quali intervenire sono molti e, con un po’ di pazienza, si arriva a trovare il setup migliori in base ai propri gusti e alle proprie preferenze.
Conclusioni
Chiudiamo così come abbiamo aperto l’analisti: Xiaomi 12T Pro è un ottimo smartphone per chi cerca un’esperienza da top di gamma, ma con un’attenzione al budget. Un concetto rafforzato dagli sconti già proposti online a solo un paio di mesi dal debutto sul mercato.
C’è ovviamente qualche compromesso da accettare: su tutte, l’assenza della ricarica wireless anzitutto (ma è una scelta giustificata dal voler supportare quella a 120 W) e quella della certificazione waterproof.
Eccellente il comparto fotografico, così come quello multimediale. Anche la potenza di calcolo non delude in linea con le aspettative. Lo stesso vale per il software.
Le dimensioni generose potrebbero far storcere il naso a chi preferisce alternative meno ingombranti, ma è una questione di gusti personali. Di fatto, scegliendolo si ha accesso a un prodotto che, per diagonale e qualità di pannello e speaker, fino a qualche tempo fa avremmo inserito nella categoria phablet, termine oggi caduto in disuso.
È proprio questo l’aspetto che emerge con maggiore decisione dalle due settimane di prova del 12T Pro: la sua identità. Incarna perfettamente ciò che vuol essere. Con questo dispositivo, Xiaomi non cerca di strizzare l’occhio a tutti, forte anche di un catalogo in qui le opzioni non mancano. Se cercate un pannello un ottimo pannello per l’intrattenimento, un audio di qualità e fotocamere con le quali divertirvi, non rimarrete delusi.