L’amministratore delegato di Wind,
Tommaso Pompei, ai margini di un incontro avuto con i commissari dell’Autorità
Garante sulle Telecomunicazioni, ha parlato del futuro della sua azienda e della
posizione di mercato raggiunta da Wind.
Sulla number portability, argomento
nel quale Wind è molto interessata, Pompei afferma di aver firmato già un accordo,
in tal senso, con Omnitel Vodafone e Tim e di attendere solo il via libera definitivo
dell’Authority su modi di applicazione e prezzi. Pompei ha affermato che il
prezzo da pagare per ogni singolo cliente dipende dalle strategie dell’azienda
e dalla situazione del mercato, ma i clienti più remunerativi, che decidessero
di cambiare operatore, avranno senza dubbio delle condizioni di privilegio.
Detto ciò Pompei si è soffermato
sul collocamento in Borsa di Wind. Finalmente dovrebbe essere tutto pronto per
lo sbarco sul mercato azionario, che potrebbe avvenire entro la fine di marzo,
quanto meno Wind sarà pronta per quella data, poi spetterà agli azionisti decidere
quando partire. Finora sono pervenute ben 19 candidature per il global coordinator
che dovrà seguire il collocamento delle azioni all’estero. Presumibilmente ne
verranno scelti tre. Il collocamento complessivo delle azioni sarà corrispettivo
al 20% del valore totale, con la possibilità di arrivare fino al 25%, ma mai
oltre tale soglia. Il valore totale dell’azienda è di circa 20 miliardi di Euro,
secondo le stime della società finanziaria Morgan Stanley.
Pompei ha poi glissato su France
Telecom, che ha un opzione per passare al 32% dell’azionariato. L’amministratore
delegato dice solo che i francesi hanno ben 30 mesi di tempo per decidere, quindi
non vi è alcuna fretta. Sull’Enel, invece, Pompei conferma che non è stata ancora
decisa quale sarà la quota che questa metterà sul mercato. Oltre a tutto ciò,
però, probabilmente per Wind vi sarà la notifica come operatore con notevole
forza di mercato da parte dell’Autorità Garante, visto che nell’anno 2001 Wind
dovrebbe aver superato la soglia del 25% del mercato totale, ponendosi in quella
fascia che l’Authority deve controllare onde evitare processi di oligopolio
o monopolio.
Pompei, invece, smentisce seccamente
che la propria azienda abbia fatto una politica commerciale aggressiva ed anticoncorrenziale,
anzi, Wind sarebbe uno degli operatori meno aggressivi d’Europa.