WhatsApp non fa ammenda, ma fa comunque un passo indietro: la discussa policy per la gestione dei dati subisce una battuta d’arresto e viene spostata di tre mesi, lasciando così agli utenti molto tempo in più per capire (ed al gruppo molto tempo in più per spiegare). La polemica viene congelata con un rinvio, insomma, ma anche con un linguaggio che lascia trapelare una certa acrimonia nei confronti di quanti hanno riportato in modo inesatto ciò che stava per accadere.
Nel frattempo agli utenti giungono piene rassicurazioni: nessun account sarà rimosso o cancellato, nessuna forzatura sarà portata avanti né oggi, né l’8 febbraio, né in seguito. Da oggi inizia un tentativo di riappacificazione per tutti i transfughi che in queste ore hanno sentito le sirene di Signal o Telegram ed hanno pensato di migrare le proprie comunicazioni.
WhatsApp, policy rinviata
A pesare su quanto accaduto c’è sicuramente la storia di Facebook, gruppo chiaramente famelico di dati, nonché l’improvvisa richiesta di accettare un’informativa che pochi hanno letto e ancor di meno hanno compreso. L’intervento del Garante Privacy italiano è stato in tal senso tempestivo e chirurgico nell’identificare le mancanze di WhatsApp: testo poco chiaro, scarsa trasparenza ed una conseguente mancata libertà di scelta da parte dell’utenza. Ecco perché il Garante ha spostato la discussione sul campo europeo (alzando quindi la posta) e minacciando interventi d’emergenza.
Thank you to everyone who’s reached out. We're still working to counter any confusion by communicating directly with @WhatsApp users. No one will have their account suspended or deleted on Feb 8 and we’ll be moving back our business plans until after May – https://t.co/H3DeSS0QfO
— WhatsApp (@WhatsApp) January 15, 2021
Con apposito post, WhatsApp ha spiegato:
WhatsApp è costruito su una semplice idea: quel che condividi con i tuoi amici e con la tua famiglia, rimarrà tra di voi. Questo significa che proteggeremo sempre le tue conversazioni personali con una crittografia end-to-end, così che nessuno, né WhatsApp né Facebook, potrà vedere questi messaggi privati. Ecco perché non teniamo log di chi messaggia o chiama. Inoltre non vediamo le vostre localizzazioni condivise e non condividiamo i vostri contatti con Facebook. Con questo aggiornamento, nulla sarebbe cambiato.
Piuttosto, aggiunge WhatsApp, le novità interesseranno le future novità lato business che arriveranno sul servizio a partire dal 15 maggio (la data resta immutata nonostante il rinvio della policy). Ora WhatsApp avrà modo di spiegare meglio tutto ciò, chiarendo le novità rispetto alla policy antecedente e senza un colpo di spugna concentrato in un improvviso pulsante “approva” che non lascia margini di scelta alla community.