Il team di ricerca di Cybernews ha condotto un’analisi su 50 tra le app Android più popolari, tra cui spiccano WhatsApp, Facebook, Instagram ed altre ben conosciute.
Molte di queste rappresentano un rischio significativo per la privacy degli utenti, a causa delle numerose autorizzazioni richieste e considerate pericolose.
Secondo i risultati, ci sono fino a 41 autorizzazioni classificate come “pericolose", che potrebbero compromettere la privacy degli utenti. In media, le app analizzate richiedono 11 permessi pericolosi ciascuna, con alcuni casi estremi. L’app MyJio, per esempio, detiene il primato richiedendo 29 autorizzazioni pericolose, seguita da WhatsApp, che ne richiede 26. Google Messages e WhatsApp Business si collocano subito dopo, con 23 autorizzazioni pericolose ciascuna, mentre per Facebook e Instagram se ne contano rispettivamente 22 e 19. D’altra parte, alcune app di gioco come Candy Crush Saga e 8 Ball Pool richiedono solo una autorizzazione pericolosa, principalmente per inviare notifiche push, e l’app Among Us non richiede nessuna autorizzazione pericolosa.
Le notifiche rappresentano la richiesta di permesso più comune, rintracciabile per 47 app su 50. L’autorizzazione per accedere e scrivere sulla memoria esterna è la seconda più frequente, evidenziabile per 40 app nell’elenco. Inoltre, 34 app chiedono di leggere i file da una memoria esterna, mentre 27 mettono a rischio gli account presenti sul dispositivo. Un altro dato preoccupante riguarda la geolocalizzazione: 26 app sono in grado di tracciare la posizione esatta dell’utente, con una precisione molto elevata. Infine, 22 app richiedono l’accesso al Bluetooth con la possibilità di connettersi e scambiare dati con altri dispositivi.
Le app di comunicazione risultano essere le più invasive, richiedendo in media 19 autorizzazioni pericolose, seguite dalle app social con una media di 17,2 autorizzazioni. Anche le app per lo shopping non sono da meno, con una media di 13,4 autorizzazioni pericolose: AliExpress ne richiede 16. In generale, tutte queste app per lo shopping chiedono l’accesso alla fotocamera, alla posizione esatta e l’autorizzazione per leggere e scrivere nella memoria del dispositivo.