Era il 2017 quando Whatsapp ha introdotto la funzione che consentiva agli utenti di postare foto, video, GIF animato nello stato, che scomparivano dopo 24 ore. Inizialmente si potevano condividere clip che andavano fino a ben 3 minuti di lunghezza con possibilità di tagliare il video in più parti qualora la dimensione superasse i 16 MB. In seguito poi è stato ridotto il limite a 30 secondi. Adesso invece, sembra che WhatsApp voglia ridurlo ulteriormente a 15 secondi, proprio come avviene su Instagram, per un motivo molto particolare.
WhatsApp: primi sviluppi in India
È in India che l’azienda di Mark Zuckerberg ha iniziato a distribuire l’aggiornamento. Il motivo sembra che sia però alquanto bizzarro. Secondo quando si evince, è una mossa temporanea che consente di ridurre il traffico del server, poiché molte persone stanno condividendo più video nel proprio Status di WhatsApp, dopo il recente blocco nel Paese. Da una parte è una modifica sul lato del server già distribuita agli utenti che hanno la versione ufficiale dell’app; per chi ha la beta invece, si dovrebbero presto vedere le modifiche.
ANNOUNCEMENT:
You can no longer send videos to WhatsApp Status if they are longer than 16 seconds: only videos having a duration of 15 seconds will be allowed.
This is happening in India and it's probably an initiative to reduce the traffic on the server infrastructures.— WABetaInfo (@WABetaInfo) March 28, 2020
Non è la prima compagnia a ridurre la qualità dei propri servizi streaming o dei supporti per evitare il sovraccarico dei server. A tal proposito, Netflix, Amazon Prime Video, YouTube e molte altre piattaforme hanno ridotto la qualità in tutto il mondo; Tim in Italia ha consigliato ai propri utenti di prediligere la connessione Wi-Fi domestica al fine di preservare la rete mobile. Con queste restrizioni, valide in tutto il mondo per circa 30 giorni, si cerca di consentire a tutti una visualizzazione dei contenuti, Stories o video che siano.
Per via dell’epidemia da Coronavirus infatti, è stato imposto alle persone di tutto il mondo di rimanere in casa; ovviamente nelle mura domestiche c’è chi lavora in Smart Working, chi si rilassa leggendo un bel libro o semplicemente guardando qualche serie TV e giocando a qualche videogioco. I server di tutto il mondo non erano abituati a una tale mole di dati in contemporanea, pertanto, se da un lato i provider si stanno attrezzando adeguando le proprie infrastrutture al particolare periodo storico in corso, dall’altro lato stanno effettuando piccole modifiche al fine per un bene collettivo.