Viber acquista la startup israeliana Nextpeer

Obiettivo: mettere le mani sulla tecnologia per aggiungere funzionalità social ai videogame mobile.

Viber continua ad espandersi. Ad un anno dall’acquisizione da parte di Rakuten – il gigante dell’e-commerce giapponese, la società che fa capo al noto e omonimo instant messenger inizia a sua volta a fare acquisti sul mercato. La sua prima operazione è stata l'acquisizione di Nextpeer, una giovane startup israeliana che ha ideato un software che permette agli sviluppatori di app di integrare funzioni sociali all'interno delle proprie applicazioni.

L'operazione – costata 9 milioni di dollari – prevede che sia la tecnologia, sia le risorse umane (soli 12 dipendenti) passeranno di mano, diventeranno cioè di proprietà di Rakuten; l'azienda giapponese comunque ha già dichiarato che l'SDK (Software Developer Kit) messo a punto da Nextpeer resterà sul mercato, anzi sarà potenziato. Sembra che l’intenzione sia di espanderlo e integrarlo nella piattaforma per il gaming di Viber.

Sì, perché ormai Viber non è solo scambio di messaggi online in tempo reale attraverso i dispositivi mobili; la piattaforma ormai include anche altre funzionalità, quali lo scambio di foto, di sticker, di video e di doodle, oltre alla condivisione della propria posizione geografica e ovviamente alle chiamate telefoniche.
Ma l'acquisto di Nextpeer servirà a Viber soprattutto ad ampliare il suo business nell'area gaming, un servizio peraltro giovane. Lanciato alla fine del 2014, è stato allargato al mercato mondiale appena 4 mesi fa.

Nextpeer (homepage)
Nextpeer (homepage)

Nextpeer dunque porta in dote l'SDK: una tecnologia validissima che sarà fondamentale per lo sviluppo e la diffusione del gaming di Viber. A differenza dei suoi diretti concorrenti, però, questo è l'unico campo in cui la startup israeliana ha operato sinora. Altri player, come ad esempio l’ormai defunto OpenFeint, monetizzavano anche attraverso una piattaforma di gaming, ossia vendendo giochi e servizi per gli stessi titoli videoludici all’utenza finale.

Allo stato attuale l’SDK di Nextpeer è un servizio "freemium" che si sviluppa in due soluzioni: una gratuita, che integra annunci pubblicitari del network proprietario, e una senza pubblicità, fortemente personalizzabile dal punto di vista dell'interfaccia utente e dal costo di 199 dollari al mese. A questo si aggiunge poi anche un'offerta di tipo “Enterprise” con costi commisurati all'uso e ai volumi di traffico. La società dichiara che ad oggi la sua tecnologia è stata scaricata circa 196 milioni di volte; l’SDK ha circa 8000 utenti registrati, mentre il gioco più popolare tra quelli affiliati al network pare sia “2048 Number Puzzle”.

Le due parti coinvolte nell'accordo si dichiarano soddisfatte di quanto raggiunto. Shai Magzimof, il co-fondatore nonché amministratore delegato di Nextpeer, ha dichiarato: “La visione di Nextpeer è di portare un’esperienza social ai giocatori che usano device mobili. Abbiamo deciso di unire le nostre forze a Viber per aiutare questi utenti a connettersi tra loro sulle reti mobili e per mettere in piedi una piattaforma social per gli sviluppatori. Siamo entusiasti di entrare nel team Viber”.

La motivazione che ha portato Viber ad effettuare questa acquisizione è duplice: da una parte gli permette di aggiungere più opzioni e una tecnologia migliore al suo sistema di gaming, dall'altra gli permette di entrare in contatto con un parco sviluppatori più ampio e quindi avere maggiori speranze che qualcuno possa sviluppare giochi per il suo ecosistema. In linea generale questa mossa permette a Rakuten di diventare più grande e importante nel mercato, ossia di avere più peso e poter competere con più facilità con gli altri player del settore. D’altronde questo è un comparto che si avvia verso la maturità, per cui si sta sempre più razionalizzando, attraverso accordi, joint-venture, accorpamenti e acquisizioni.
Non bisogna nemmeno dimenticare che vendere software agli sviluppatori, in fin dei conti, significa avere anche un secondo modo per monetizzare, da aggiungere al primo: quello della vendita dei servizi – gaming compreso – agli utenti finali.

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