Il colosso dello streaming social video YouTube si trova al centro di una nuova polemica. A scatenare le proteste degli utenti non è la nuova strategia pubblicitaria della piattaforma che prevede l’introduzione di annunci non saltabili, ma la lunghezza degli annunci stessi.
In pratica, diversi utenti hanno “denunciato” infuriati la presenza di annunci della durata di un’ora o più per la riproduzione di video decisamente più brevi. Si tratta di una situazione che ha del paradossale: dover vedere una pubblicità di circa un’ora rispetto al video scelto della durata di una cinquantina di minuti.
Secondo quanto emerso recentemente, YouTube sta sperimentando diverse tipologie di annunci pubblicitari che per alcuni risultano particolarmente invasivi. Nello specifico, spot video della durata di 30 secondo non saltabili e annunci che appaiono quando l’utente mette in pausa un video. Tra questi, casi estremi di annunci della durata di diverse ore non saltabili.
La reazione degli utenti contro YouTube
La community di YouTube non ha accolto positivamente queste novità. Sui social network e nei forum si moltiplicano le lamentele che denunciano un’esperienza di visione fortemente compromessa, con interruzioni pubblicitarie sempre più frequenti e invasive.
La sensazione di molti utenti è quella di essere stati ingannati dalla piattaforma che afferma di offrire “meno interruzioni pubblicitarie”, ma in realtà le aumenta. Di conseguenza scoccia l’impossibilità di fruire dei contenuti senza sottoscrivere un abbonamento premium.
Di contro, YouTube difende la propria strategia ricordando che gli annunci più lunghi consentono di ridurre il numero totale di interruzioni pubblicitarie. Inoltre, le nuove forme di pubblicità, secondo la piattaforma, offrono maggiori opportunità agli inserzionisti. Infine, l’azienda ricorda che il sistema pubblicitario è fondamentale per mantenere un servizio gratuito.
Possibili sviluppi futuri e consigli per gli utenti
La situazione rimane in evoluzione, ma è molto probabile che YouTube continuerà a sperimentare nuove forme di monetizzazione per bilanciare le esigenze degli utenti, dei creator e degli inserzionisti. Resta da vedere se la piattaforma saprà trovare il giusto equilibrio o se rischierà di allontanare parte del suo pubblico con danni anche ai creator che utilizzano questo servizio per diffondere i propri contenuti.
Per chi trova la situazione insostenibile, non esistono soluzioni se non valutare l’abbonamento Premium a questo servizio, per una visione senza pubblicità. Altrimenti, resta l’esplorazione di piattaforme alternative per la fruizione di contenuti video.