Un brutto momento per le ADSL 'nude'?

Brutto momento per gli utenti delle Adsl no Telecom, anche dette "Adsl nude", cioè quelle attivate in assenza di linea voce Telecom Italia e non su rete unbundling

Brutto momento per gli utenti delle Adsl no Telecom, anche dette "Adsl nude", cioè quelle attivate in assenza di linea voce Telecom Italia e non su rete unbundling dell’operatore.
L'ultima notizia chiude il cerchio: anche Ngi, storico provider di Adsl nude e uno di quelli con il maggior numero di attivazioni, si è arreso alla necessità di rincarare i canoni.
A utenti vecchi e nuovi. È stata consegnata una lettera agli abbonati, infatti, nei giorni scorsi, in cui si dice che dal 12 luglio 2007 i canoni saranno maggiorati di 10 euro più Iva al mese.
Si salvano solo le Adsl con 512 Kbps in upload, che hanno canoni più elevati e quindi Ngi può permettersi di non rincararli.
Il punto è che il 9 giugno l'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom) ha pubblicato una delibera che, tra l'altro, mette la parola fine su una questione che si trascinava da due anni.
Ha stabilito una volta per tutte che Telecom ha diritto a riscuotere un canone maggiorato dagli operatori, per ogni Adsl nuda attivata.
Gli operatori lo sapevano e infatti la maggior parte di loro già da tempo aveva rincarato di conseguenza le Adsl nude.
Ngi resisteva, sperando fino all'ultimo che la maggiorazione sarebbe stata neutralizzata. Speranza vana.
Adesso si riducono quindi i casi in cui possa convenire attivare un'Adsl nuda per risparmiare sul canone base di Telecom (14,57 euro al mese).
Il risparmio rischia di essere piccolo o nullo e potrebbe non giustificare la perdita della linea voce su rete fissa.
Tanto più perché c'è da considerare che le Adsl nude, a differenza di quelle normali, hanno anche un costo di attivazione.
Telecom infatti lo fa pagare agli operatori.
La cosa curiosa è che i vari operatori si sono regolati in modo diverso per i costi di attivazione.
Quelli di Ngi sono tra i più cari: 190 euro più Iva.
Di solito sono intorno ai 150 euro.
C'è in realtà ancora una piccola speranza che i prezzi delle Adsl nude scendano. Telecom, infatti, ubbidendo a quella delibera Agcom, il 13 giugno ha pubblicato una nuova offerta all'ingrosso (rivolta agli operatori) che rivoluziona tutto il sistema dei costi Adsl.
È il cosiddetto Bitstream. I provider sperano di spendere di meno, così, e di conseguenza di poter abbassare i prezzi delle Adsl.
La nuova offerta Telecom deve essere ancora approvata dall'Agcom e si prevedono già polemiche; sembra in ogni caso inevitabile che le Adsl nude continueranno a costare, anche nel lungo periodo, sostanzialmente di più rispetto a quelle normali (come avviene negli altri Paesi d'Europa, del resto).
La parte dedicata le Adsl nude, sulla nuova offerta Telecom, ha infatti numerosi costi aggiuntivi per l'operatore (assenti in caso di Adsl normale). Non solo un canone addizionale di 9,71 euro al mese (più Iva), ma anche costi di recesso e, ancora, di attivazione.
L'operatore che volesse mettere in conto di recuperare questi costi dovrebbe quindi chiedere all'utente anche più di 10 euro al mese più Iva, rispetto al prezzo di una linea Adsl normale a parità di caratteristiche.
La speranza è solo quindi quella che in poco tempo, grazie al Bitstream, i prezzi di tutte le Adsl, nude e normali, calino. Un'altra cosa che c'è da aspettarsi: nei prossimi giorni gli operatori che hanno già da tempo applicato canoni aggiuntivi alle Adsl nude potrebbero cambiarli, per adattarsi alle nuove condizioni.
È il caso di Vira, che chiedeva 5 euro al mese in aggiunta, riservandosi però (come scrive in una nota sul sito) di aumentarlo in seguito. Allo stesso modo, Cheapnet ora chiede 8,50 euro più Iva solo perché ha fissato il prezzo quando si pensava sarebbe stato questo il canone aggiuntivo Telecom. È probabile quindi che Cheapnet dovrà aumentare la maggiorazione, portandola a 10 euro.
I canoni aggiuntivi degli altri provider sono già intorno ai 10 euro più Iva. È 10,73 con Energit, 10 euro con Aruba, 10,83 con Wooow (sempre più Iva). Da tenere presenti anche i prezzi di attivazione. Si va dai 65 euro di Cheapnet ai 204 di Aruba; passando dai 113,50 di Energit e dai 126 euro di Wooow.
Va notato che i provider che da poco hanno rimodulato l'offerta Adsl sono anche quelli con il maggior costo di attivazione (Ngi e Aruba), segno che forse anche gli altri seguiranno poi su questa strada.
Alla fine, sarà forse dai grandi operatori alternativi che gli utenti migreranno, alla ricerca di Adsl nude che ancora permettano di dare senso al risparmio del canone Telecom.
L'esempio più notevole è di Tiscali: a fine 2006 aveva lanciato le Adsl nude con un canone maggiorato che all'epoca era tra i più elevati, ma adesso, di fronte ai rincari degli altri provider, è nella media: 12,88 euro Iva inclusa e attivazione di 136 euro.
Il prezzo scende a 9 euro e l'attivazione è gratis se l'utente è coperto da rete Tiscali (ma in tal caso non si tratta più, tecnicamente, di Adsl nuda bensì di full unbundling).
In entrambi i casi, i primi tre mesi di canone sono gratis.
Il canone aggiuntivo meno caro è di Fastweb, da ultimo aggiuntosi tra i provider che offrono Adsl nude: sono cinque euro al mese (Iva inclusa).
La flat di Fastweb Light, attivabile senza Telecom, costa infatti 45 euro al mese, contro i 40 euro al mese con Fastweb Easy (in presenza di linea Telecom).
La velocità è di 2/0,512 Mbps per l'Adsl nuda. Si attende anche l'arrivo di Wind, che ha sempre detto che avrebbe lanciato le Adsl nude quando la situazione delle regole sarebbe stata chiarita.
Il paradosso: le Adsl nude sono sempre state una delle prerogative dei piccoli provider, un terreno fertile per differenziarsi dai grossi; i quali però hanno ora le carte in regola per invadere anche questo mercato.

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