Un bambino italiano su due possiede il cellulare

A 9-10 anni arriva il primo cellulare per un bambino su due, tra gli 8 e i 15 anni l'84% dei ragazzi ne possiede uno.

Secondo la prima indagine sull’uso del cellulare da parte di bambini e adolescenti di MDC Junior, contenuta nel rapporto "Baby Consumers e nuove tecnologie", ben l’84% dei ragazzi tra gli 8 e i 15 anni ne possiede uno tutto suo, basti pensare che il primo telefonino arriva già all’età di 9-10 anni per la metà degli intervistati.

Il cellulare viene usato soprattutto per essere sempre rintracciabili dai genitori (46,6%), per comunicare cose utili (25,8%) o per restare in contatto con gli amici (21,1%). Lo portano sempre addosso, soprattutto in tasca (76,6%), ma ritengono opportuno tenerlo spento in alcuni luoghi come scuola e chiesa.

Questi sono i risultati di un questionario di 35 domande sottoposto a 2.693 studenti di età compresa tra gli 8 e i 15 anni.
Secondo i dati, i ragazzi scelgono il cellulare sulla base dell’ultimo modello uscito sul mercato o quello visto nelle pubblicità oppure quello posseduto dall’amico (42,7%) e spendono mensilmente non più di 10 euro (51,9%). 
Il 21,1% dei ragazzi ha inviato SMS per votare a trasmissioni come "Amici" o "Il Grande Fratello".
Anche la modalità degli "squilletti" è molto utilizzata tra i giovani, il 50,8% totale li utilizza per farsi richiamare quando non ha credito e il 21,3% del totale del campione per far sapere a qualcuno che lo sta pensando.

"Il quadro che emerge dall’indagine, che è la prima di questa ampiezza in Italia, è a tinte contrastanti: da una parte ci tranquillizza sull’uso che i nostri ragazzi fanno del cellulare, dall’altro evidenzia una sempre più crescente ‘solitudinÈ dei bambini, che vengono dotati da genitori di cellulare, Ipod, videogiochi, senza che si guardi all’uso che ne fanno", commenta Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino.

Secondo Lucia Moreschi, responsabile del Dipartimento Junior di MDC, quello che emerge da Baby Consumers 2007 "è chiaramente un Paese a ‘due velocità’, da una parte l’analfabetismo informatico e dall’altro il secondo posto in Europa per possesso di telefoni cellulari, con figli che governano e controllano i mezzi tecnologici meglio dei genitori".

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