Il 2020 segnerà un “prima” e un “dopo” anche nel mercato degli smartphone. L’avvento della pandemia, infatti, ha creato un sussulto incredibile che, in commistione con le guerre geopolitiche che hanno segnato l’ultimo biennio della presidenza Trump, ha determinato uno sconquasso senza pari sul mercato.
Smartphone, chi sale e chi scende
In termini generali il mese di febbraio è stato quello in cui le vendite hanno iniziato a scendere con un primo -7% che spaventava, ma che impallidisce al cospetto del -24% di marzo ed al -48% di aprile. Gli unici mesi positivi sono stati quelli estivi, ma fin da settembre la situazione è tornata a deprimersi in parallelo all’avvento della “terza ondata”. I dati Counterpoint Research Market Monitor descrivono quindi quella che è stata una autentica svolta di mercato, dopo la quale nulla sarà più come prima.
Incredibile la differenza segnata in termini di vendite da alcuni dei brand protagonisti del mercato: Apple con un -4% è il marchio che si conferma stabile, mentre per il resto la spallata è fortissima. A guadagnare quote di mercato sono soprattutto realme (+420%), Xiaomi (85%) e Oppo (+68%). A perdere terreno, invece, guida la scena Huawei (-62%), seguito da OnePlus (-23%) e Samsung (-12%).
La crescita di realme conferma una annata in grande spolvero, ma è chiaramente Xiaomi il nome che si fa notare più di ogni altro proprio nel giorno dell’avvento del nuovo impressionante Mi 11. Per il gruppo cinese la crescita complessiva è pari al 90% sull’intera annata che in termini assoluti vede numeri di questo tipo:
- Samsung 59,8 milioni di smartphone venduti
- Apple 41,3 milioni di smartphone venduti
- Xiaomi 26,7 milioni di smartphone venduti (+90%)
- Huawei 22,9 milioni di smartphone venduti
- Oppo 6,5 milioni di smartphone venduti (+82%)
- OnePlus 2,2 milioni di smartphone venduti
- realme 1,6 milioni di smartphone venduti (+1083%)
Il 2021 vedrà sicuramente numeri migliori, ma il mercato non recupererà ancora completamente il terreno perduto: ci sono mesi ulteriori a disposizione, quindi, per i brand che stanno cercando il colpo di reni per farsi trovare sotto le luci della ribalta durante il rimbalzo post-pandemia.