L’UE vuole costringere tutti i produttori di smartphone ad adottare l’USB-C, ma i tempi di approvazione della normativa europea, considerando anche il periodo transitorio di adeguamento da parte dei produttori, potrebbe lasciare fuori dai giochi Apple, che da sempre utilizza connettori proprietari e potrebbe continuare a farlo ancora per diversi anni.
Normativa UE sui caricabatterie
Quella su cui stanno lavorando i legislatori europei da diversi anni è una misura che porti tutti i produttori ad applicare uno standard unificato per i caricabatterie degli smartphone con lo stesso connettore e dei valori di tensione e amperaggio comuni.
Di fatto sono già numerosi i produttori di smartphone, Android in particolare, e device elettronici che, anche in assenza di un obbligo di legge, si sono adeguati, offrendo ai propri clienti massima interoperabilità tra dispositivi. Tuttavia, anche se oggi è l’USB-C ad essere diventato praticamente uno standard di fatto, ci sono ancora molti smartphone, soprattutto quelli più economici, rimasti bloccati ai connettori micro-USB. Questo perché il costo della licenza per questo standard di ricarica è leggermente inferiore (come inferiori sono le velocità di carica e le velocità di trasferimento dei dati).
Quando la direttiva UE entrerà in vigore, tutti i produttori saranno chiamati a produrre device e piccoli apparecchi elettronici con caricabatterie dello stesso tipo. L’obiettivo della direttiva europea sulle apparecchiature radio è chiaramente quello di ridurre i rifiuti elettronici. Si stima infatti che i vecchi caricabatterie producano addirittura ben 51.000 tonnellate di rifiuti elettronici (RAEE) l’anno.
Apple resterà fuori dai giochi?
Ma arriviamo ad Apple che, quasi a sorpresa, ha adottato l’USB-C per la sua popolare linea iPad Pro e per la recente serie MacBook Pro. Per tutti gli altri device, compresi i diffusissimi melafonini e gli ultimi iPhone 11, Apple si affida ancora al connettore Lightning. Si dice, però, che Apple abbia intenzione di introdurre iPhone compatibili con USB-C, anche se questo non avverrà prima del 2021 (è anche possibile che per quell’epoca Apple produca dispositivi addirittura senza porte).
Certo non è che la burocrazia comunitaria vada più veloce, la prima proposta di uno standard comune per i caricabatterie è arrivata nel lontano 2014, quando come standard di fatto c’era il micro-USB. Ora la nuova proposta, che dovrebbe puntare sull’USB-C, è pronta per essere dibattuta e approvata. Ma l’iter prevede ancora diversi passaggi: documenti di consultazione, pareri tecnici, comitati, procedure e così via. Senza contare che, dal momento dell’approvazione definitiva, l’entrata in vigore non sarà immediata e dovrà dare tempo di adeguarsi ai produttori, che pianificano i loro nuovi prodotti a volte anche con diversi anni di anticipo, compresa Apple.
La casa di Cupertino nel frattempo potrebbe anche decidere di adeguarsi volontariamente, adottando l’USB-C, proprio come fatto con l’iPad Pro, o addirittura arrivare a lanciare sul mercato degli iPhone senza porte che supportino solo la ricarica wireless, tagliandosi in entrambi i casi fuori dalla normativa sullo standard europeo comune per caricabatterie.