UE: Android viola le regole antitrust

La Commissione europea accusa Google di monopolio e abuso nelle telecomunicazioni.

Con un comunicato ufficiale, la Commissione europea si è mossa contro Google su due fronti legali. Uno di questi riguarda l’OS mobile del colosso delle ricerche, Android. In pratica, l'UE accusa Google di utilizzare il suo OS mobile, il più diffuso al mondo su smartphone e tablet, per aumentare i propri ricavi su altri mercati adiacenti, come quelli dei servizi e delle applicazioni.

L'accusa è simile a quella rivolta qualche anno fa dall'UE a Microsoft, per abuso di posizione dominante attraverso il sistema operativo Windows, il più diffuso sui personal computer. Tra le altre cose, Big G è sospettata di aver sfruttato la propria posizione di forza nel settore mobile per "costringere i produttori di smartphone e tablet ad accettare la pre-installazione esclusiva di applicazioni e servizi di Google". A tal proposito, Google ha pubblicato sul suo blog la risposta alla lettera ufficiale ricevuta dalla Commissione Ue.

L'altro fronte legale riguarda invece l'indagine sulle ricerche Web, che sembrava potesse essere conclusa in favore di Google dall'ex commissario alla concorrenza, Joaquin Almunia. Il cambio dell'Esecutivo europeo, tuttavia, ha rimesso in discussione la questione. Il nuovo commissario alla concorrenza, Margrethe Vestager, accusa infatti Google di abuso di posizione dominante con la seguente motivazione: "Google mostra sistematicamente in posizioni più visibili, nei risultati di ricerca, i suoi servizi di comparazione di prodotti, indipendentemente dal merito". In sostanza, le ricerche di Google non garantiscono risultati neutri.

L'Europa è dunque ripartita all'assalto degli Stati Uniti, accusati di monopolio e abuso nelle telecomunicazioni e su Internet. Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, a Google potrebbe essere comminata una multa da oltre 6 miliardi di dollari, oltre ad ingiunzioni varie. Si tratta infatti del più grosso attacco a un gruppo multinazionale USA, in seguito alla multa inferta a Microsoft per la questione della libertà di scelta del browser agli utilizzatori di Windows. Dall'avvio della procedura, con una "lettera di obiezioni", a Google sono state concesse 10 settimane per difendersi.

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