Sembra essere un momento molto difficile per Ubisoft. Un rapporto pubblicato da Axios fa sapere che il publisher francese starebbe affrontando diverse ondate di dimissioni che non permetterebbero ai team di sviluppo di funzionare regolarmente.
Il fenomeno pare sia internamente noto come “Il Grande Esodo“: Linkedin dimostra che gli studi di Toronto e Montreal hanno perso circa 60 persone in totale, includendo figure chiave che hanno lavorato a titoli come Far Cry 6 e Assassin’s Creed Valhalla.
Le motivazioni legate a questa “fuga” sarebbero diverse: si parla di salari bassi, a cui fanno da contraltare offerte lavorative migliori ricevute da altre realtà del settore. In mezzo ci sarebbe anche una sorta di frustrazione da parte dei dipendenti per come i piani alti hanno gestito le recenti accuse di sessismo e molestie sul posto di lavoro.
Ubisoft si è già pronunciata ufficialmente sulla vicenda spiegando che non si tratterebbe in realtà di un grosso problema. Axios va però a fondo e spiega che ad oggi il tasso di abbandono è del 12%: più basso rispetto Activision Blizzard, che sta affrontando uno scandalo di molestie ancora più grande, ma decisamente più elevato a confronto con altre compagnie come EA e Take-Two.
Va detto che dei segnali in tal senso erano arrivati dalla società stessa. L’annuncio recente del remake di Splinter Cell è stato accompagnato da una campagna di reclutamento di personale per lavorare al gioco: una mossa inusuale, dato che di solito si tende a non sottolineare certi aspetti in queste comunicazioni.
A completare il pacchetto c’è anche la questione NFT. La recente presentazione di Ubisoft Quartz non è stata accolta con entusiasmo dagli addetti ai lavori e dagli appassionati ed ha scatenato qualche critica. Alcune fonti anonime accusano la compagnia di pensare più a come inserire efficientemente gli NFT nei suoi giochi che a risolvere i problemi interni che hanno portato al “Grande Esodo”.