Una ben congegnata truffa telematica era stata effettuata ai danni della filiale Tim di Bologna. Ad essere arrestati due ex dipendenti dell’azienda, uno di Milazzo, in provincia di Messina, ed uno di Roma. La truffa era consistita in un ordine fantasma di ben 40 telefonini MMS da un’azienda satellite di Tim, cellulari che sono stati recapitati correttamente, ma ad un autofficina romana, per poi sparire nel nulla. Secondo gli investigatori anche il titolare dell’autofficina era coinvolto nella faccenda. Gli agenti sono riusciti a recuperare 25 dei 40 cellulari scomparsi. ‘Oltre agli autori della truffa – spiega la Poltel – sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bologna altre 38 persone residenti in varie regioni italiane per il reato di ricettazione’.
L’episodio dimostra ancora una volta, se ce ne fosse ulteriore bisogno, come bisogna prestare la massima attenzione quando si acquista un telefonino dalla dubbia provenienza e non lasciarsi abbindolare dai facili affari. Ad avere qualcuno dei telefoni erano anche alcuni noti pregiudicati della Capitale, tutt’altro che collaborativi con le Forze dell’Ordine.
‘Avevano messo in atto diversi stratagemmi per non farsi rintracciare, come quello di cambiare più volte le schede telefoniche – ha detto Antonio Apruzzese, Comandante della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna – erano coscienti che le indagini sui codici IMEI sono complesse e che spesso fatichiamo ad avere dati in tempi rapidi dai gestori. Forse questi truffatori speravano anche che Tim si accorgesse più tardi dell’ ammanco, quando rintracciare i telefoni sarebbe stato ancora più difficile. Proprio per aiutarci nell’impedire truffe del genere entro il 2004 dovrebbe diventare operativo un accordo tra tutti i gestori della telefonia mobile italiana – ha detto Apruzzese – per disattivare, attraverso l’uso dell’IMEI, immediatamente un telefono cellulare che viene denunciato come smarrito o rubato’.