Trading Online: allarme truffe della Polizia di Stato

La Polizia di Stato ha lanciato l'allarme truffe legate al trading online invitando alla cautela tutti i cittadini e fornendo utili consigli.
Trading Online: allarme truffe della Polizia di Stato

Secondo recenti dati le segnalazioni per truffe di trading online sono aumentate. Per questo la Polizia di Stato ha lanciato un allarme, invitando tutti i cittadini alla cautela. Questo perché questi raggiri mettono in pericolo non solo i dati e le informazioni personali, ma anche i risparmi degli utenti. Quando si cade in queste trappole si perde molto denaro.

Nel comunicato stampa, pubblicato in queste ore dalle Forze dell’Ordine, viene posto l’accento proprio sulla pericolosità di queste truffe: “Si tratta di un fenomeno criminale estremamente insidioso e di elevato allarme sociale, soprattutto per l’ammontare del danno economico patito dalle vittime, che va de poche migliaia fino a oltre centomila euro“.

Le truffe legate al trading online hanno sempre uno schema molto simile le une dalle altre. Tutto inizia con la possibilità di avviare un presunto investimento nel mercato delle criptovalute. La volatilità di questi investimenti è l’esca vincente dei criminali che promettono così ingenti guadagni a fronte di elevate somme investite. Viene promesso addirittura il 30% di guadagno.

Come funzionano le truffe legate al trading online

Il trading online è un’attività che deve essere svolta da esperti che conoscono il mercato degli investimenti, per questo quando è presentato come estremamente facile la maggior parte delle volte si tratta di pericolose truffe. Ma come si cade in queste trappole. Lo schema è il seguente:

  1. tutto inizia tramite contatto diretto attraverso messaggi, email, chiamate, piattaforme social o app di incontri;
  2. il truffatore si presenta come un esperto in investimenti o semplicemente propone un sistema infallibile per il trading online;
  3. la proposta è quasi sempre a zero rischi e promette guadagni elevati;
  4. l’utente viene quindi invitato a registrarsi su una piattaforma di trading online fantasma gestita dal truffatore;
  5. la vittima depositando denaro accede a dati che sono appositamente falsificati per spingerla a depositare ulteriore denaro;
  6. a volte viene richiesto il pagamento di denaro a fronte di presunte tasse governative che l’utente deve versare.

I consigli della Polizia di Stato

Riportiamo di seguito i consigli della Polizia di Stato contro le truffe legate al trading online. Come puoi difenderti e non cadere in queste trappole estremamente pericolose?

  • diffidare da promesse di guadagni eccessivi e sproporzionati;
  • diffidare da operatori che contattano dall’estero (es. +44, +34, +33, +852, ecc…);
  • diffidare da persone (spesso donne) conosciute su piattaforme di incontri che si presentano esperte nel settore finanziario;
  • verificare sempre sui siti web di Consob e Banca d’Italia che il broker sia esistente e realmente autorizzato a offrire servizi di investimento in Italia, nel dubbio non intraprendere alcuna attività;
  • diffidare da operatori che sollecitano un investimento iniziale con importi superiori ai 250 euro (nella totalità della casistica si tratta del primo step della truffa);
  • non trasferire denaro verso IBAN stranieri se non avendo la certezza che il beneficiario sia un operatore autorizzato all’esercizio dei servizi di investimento in Italia;
  • diffidare da IBAN intestati a persone fisiche (spesso si tratta di prestanome o altre vittime della stessa tipologia di reato, adoperati per anonimizzare i trasferimenti e favorire il riciclaggio);
  • non inviare copia dei propri documenti personali senza prima aver verificato l’autorizzazione a operare servizi di investimento in Italia;
  • non rivelare mai a terzi dati relativi ai propri account, quali username e password;
  • non installare mai app per il controllo remoto dei propri dispositivi;
  • non effettuare trasferimenti dal proprio portafoglio di criptovaluta verso indirizzi indicati dal broker (si tratta normalmente di indirizzi che il truffatore utilizza per impossessarsi della criptovaluta e
  • anonimizzare i successivi movimenti);
  • non cadere nell’ulteriore trappola dei frodatori che, con il pretesto di “sbloccare” i rimborsi di quanto già “investito”, richiedono il pagamento di ulteriori somme di danaro a titolo di tasse dovute al F.S.A. (Financial Services Authority): sono autentiche estorsioni;
  • non credere a presunti avvocati e consulenti che promettono il recupero delle somme eventualmente già perse.

 

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