Nei giorni in cui infuria la polemica sulle nuove policy di WhatsApp, TikTok cerca di attrarre nuovo pubblico sverniciando la propria immagine di buco nero per la privacy (così come da accuse nei mesi scorsi, anche e soprattutto dall’entourage di Donald Trump) e annuncia nuove funzionalità per gli account dei minori di 16 anni.
TikTok blinda il profilo dei 13-15enni
La novità più importante è relativa al fatto che da oggi tutti gli account intestati a utenti tra i 13 ed i 15 anni diventeranno privati di default. Non una scelta, insomma, ma una vera e propria imposizione che interviene laddove la consapevolezza non è ancora sufficientemente matura per esprimere scelte realmente libere e informate. La conseguenza prima sarà che soltanto i follower approvati potranno vedere i contenuti di questi profili, mentre chi non è approvato ne resterà inevitabilmente fuori.
Le innovazioni annunciate oggi rappresentano un ulteriore passo nella nostra mission: garantire che TikTok rimanga una piattaforma sicura per tutti i nostri utenti. Le novità si basano su ulteriori modifiche apportate in precedenza per promuovere la sicurezza dei minori, inclusa la limitazione della messaggistica diretta e delle dirette streaming per gli account di minori di 16 anni. A queste si aggiunge, la possibilità per genitori e tutori di impostare barriere di protezione per gli account TikTok dei propri ragazzi tramite il Collegamento Famigliare. Sappiamo che non vi è un traguardo finale quando si tratta di sicurezza dei minori, ed è per questo che siamo costantemente impegnanti nel miglioramento delle nostre policy, investendo nella tecnologia e nei nostri team di moderazione, in modo tale che TikTok rimanga un luogo sicuro in cui tutti i nostri utenti possano esprimere la loro creatività
Alexandra Evans, Head of Child Safety, Europe
Queste le ulteriori novità annunciate per riaffermare l’impegno del gruppo nella tutela dei minori (anche e soprattutto in funzione di controcanto rispetto alle polemiche che in questi giorni stanno coinvolgendo la galassia Facebook):
- Limitazioni a chi può commentare i video creati da utenti dai 13 ai 15 anni. Questi ultimi possono ora scegliere tra “Amici” o “Nessuno”, mentre è stata rimossa l’opzione “Tutti”;
- Modifiche alle impostazioni dei Duetti e della funzione Stitch al fine di renderli disponibili solo per contenuti creati da utenti con o più di 16 anni. Per gli utenti tra i 16 e i 17 anni, l’impostazione di default di queste funzioni è ora su “Amici”;
- Possibilità di scaricare soltanto i video creati da utenti con più di 16 anni. Gli altri utenti possono decidere se consentire il download dei loro video; mentre, per coloro tra i 16 e i 17 anni, l’impostazione è di disattivata di default, ma possono decidere di attivarla;
- Impostazione di default su “Off” dell’opzione “Suggerisci il tuo account agli altri” per gli utenti di età compresa tra i 13 e i 15 anni.
Il tutto si aggiunge alle limitazioni già precedentemente implementate, sempre e comunque nella fascia di età minore di 16 anni: un intervento doveroso per tutelare una community in forte crescita e chiaramente più esposta ad eventuali rischi.
Cosa bisogna fare?
Cosa devono fare i ragazzi alla luce delle novità annunciate? Nulla. Gli annunci sono relativi a interventi di default, che bloccano funzionalità e limitano la portata dei profili aperti, affinché ogni upload possa essere maggiormente protetto ed i primi anni di attività social possano essere una palestra di comprensione e consapevolezza. Ai singoli resta la possibilità di autorizzare i follower, ma al tempo stesso questa stessa operazione è frutto di una scelta, ossia di un passo importante sulla strada della maturazione.
Un approccio virtuoso, insomma, per proteggere quanti sono ai primi passi con le community online. Questo non deve però deresponsabilizzare genitori e amici, poiché soltanto un controllo incrociato può aiutare quanti stiano portando online contenuti sconvenienti senza rendersi conto dell’impatto potenziale degli stessi. L’educazione è una forma di crescita, ma nel frattempo le limitazioni di default rappresentano una comfort zone fondamentale. O quantomeno un inizio.