Alcuni gridano alla “caccia alle streghe” mentre altri inneggiano a controlli severi. Fatto sta che TEMU si trova sotto indagine in Europa. Il motivo? Secondo la commissione europea, il famoso e-commerce dai prezzi incredibilmente bassi, starebbe vendendo prodotti illegali o pericolosi. Lo hanno rivelato in queste ore i nostri colleghi di Libération.
La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, in un comunicato stampa ufficiale relativo a questo provvedimento, ha spiegato: “Vogliamo garantire che i prodotti venduti rispettino gli standard europei e non mettano in pericolo i consumatori“. Al momento siamo quindi ancora nello spazio dei dubbi. Molti diranno che se si avvia la macchina è perché i dubbi hanno basi fondate.
Tuttavia, è sempre bene essere prudenti con i giudizi. Anche perché l’indagine a TEMU è stata aperta solamente ieri, giovedì 31 ottobre 2024. Inoltre, al momento non è stata stabilità una data per la conclusione delle indagini. Per il colosso dello shopping online una condanna significherebbe essere multato fino al 6% del suo fatturato annuo di circa 12 miliardi di euro.
TEMU: la risposta ufficiale
L’azienda ha fatto sapere di voler collaborare strettamente con i servizi della commissione europea impegnati nell’indagine: “TEMU prende molto sul serio i propri obblighi ai sensi del regolamento sui servizi digitali e investe continuamente per proteggere gli interessi dei consumatori. Collaboreremo pienamente con le autorità di regolamentazione“.
L’e-commerce ha anche ricordato di aver da tempo adottato misure significative per arginare problemi dovuti a venditori che non rispettano le normative. Tuttavia, le associazioni europee dei consumatori hanno già presentato denuncia contro questo e-commerce, accusandolo di sfruttare interfacce ingannevoli per incoraggiare i consumatori ad acquistare di più.
Per questo la commissione europea, durante le indagini, di TEMU esaminerà anche “i rischi legati alla progettazione avvincente del servizio di vendita online, compresi i programmi a premi in forma divertente, che potrebbero avere conseguenze negative sull’acquisto e sul benessere fisico e mentale degli utenti“.