Telemarketing: funziona il Codice di Condotta?

Recentemente il Garante per la Privacy ha approvato il Codice di Condotta per regolare telemarketing e teleselling, ma funzionerà davvero?
Telemarketing: funziona il Codice di Condotta?

Il nuovo Codice di Condotta approvato dal Garante per la Privacy regolamenterà le pratiche di telemarketing e teleselling. Attualmente non è ancora attivo perché dovrà attendere la fase di accreditamento dell’Organismo di Monitoraggio (ODM) e i giorni tecnici dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non ancora avvenuta.

Molti stanno già esprimendo i loro dubbi sull’effettiva efficacia di questo nuovo provvedimento che vorrebbe regolamentare le attività di call center, committenti, teleseller, list provider e associazioni di consumatori. Tutto sotto la supervisione dell’Organismo di Monitoraggio che verificherà il rispetto delle norme vigenti in materia.

Tuttavia, esiste una nutrita comunità di call center abusivi che operano ai confini della legalità. Infatti, il telemarketing selvaggio è tutt’altro che arginato. Nemmeno il Registro Pubblico delle Opposizioni è stato in grado, da quando ha aperto le iscrizioni anche ai numeri di rete mobile, di fermare questo fenomeno ormai allo sbaraglio.

Come un’onda in piena, certi call center non si interessano delle dichiarazioni di utenti e consumatori, ma continuano imperterriti le loro chiamate a scopo commerciale. Senza contare poi quelle che hanno il fine di aggirare l’interlocutore spingendolo a stipulare contratti tutt’altro che trasparenti e vantaggiosi, molti al limite della truffa.

Telemarketing selvaggio: la stretta potrebbe arrivare a breve

Secondo quanto dichiarato dal Garante per la Privacy, la stretta sul telemarketing selvaggio potrebbe arrivare grazie al Codice di Condotta. Sarà poi vero che tutte le aziende impegnate a proporre offerte e contratti rispetteranno le normative esposte? L’ente ha introdotto delle regole chiare per contrastare il fenomeno del “sottobosco dei call center abusivi“:

Il Codice di Condotta – si legge nel comunicato stampa – stabilisce infatti che nei contratti stipulati dall’operatore con l’affidatario del servizio dovrà essere prevista una penale o la mancata corresponsione della provvigione per ogni vendita di servizi realizzata a seguito di contatto promozionale senza consenso.

Aderire al Codice di Condotta è una scelta dovuta, ma saranno le aziende stesse a deciderlo. Cosa comporterà la loro adesione? Sempre nel comunicato stampa, pubblicato qualche giorno fa, il Garante per la Privacy ha descritto gli impegni che queste società si assumono:

Per assicurare il rispetto della normativa privacy “dal contatto al contratto” le società che aderiranno al Codice, si impegneranno ad adottare misure specifiche per garantire la correttezza e la legittimità dei trattamenti di dati svolti lungo tutta la “filiera” del telemarketing. Dovranno raccogliere consensi specifici per le singole finalità (marketing, profilazione, ecc…), informare in maniera precisa le persone contattate sulle finalità per le quali vengono usati i loro dati, assicurando il pieno esercizio dei diritti previsti dalla normativa privacy (opposizione al trattamento, rettifica o aggiornamento dei dati).

Speriamo che questa sia la volta buona per porre fine al telemarketing selvaggio e ai call center abusivi. Nondimeno, c’è ancora poca fiducia da parte dei consumatori che descrivono queste proposte come “inefficaci” e “inutili” a seguito delle esperienze passate e recenti. Attendiamo quindi l’entrata in vigore di questo Codice di Condotta per poter confermare o negare la sua effettiva efficacia.

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