L’arresto di Pavel Durov, patron di Telegram, ha fatto parecchio discutere nelle ultime settimane. Da un lato i sostenitori più accaniti, che inneggiano al diritto alla privacy sempre e comunque; dall’altro abbiamo i detrattori, convinti che troppa riservatezza crei terreno fertile per i cyber criminali.
Non è un segreto che su una piattaforma di messaggistica come Telegram sia facilissimo incorrere in materiale che “non dovrebbe essere né lì e né da nessun’altra parte”. Lo stesso Durov ha (forzatamente) riconosciuto il problema e, a suo dire, sarebbero già pronte delle contromisure.
Telegram non sarà più la “terra di nessuno”
Qualche ora fa, Pavel Durov ha condiviso sul suo canale Telegram un nuovo post per festeggiare un importante traguardo:
“Telegram ha raggiunto 10 milioni di abbonati paganti. 10 milioni di persone stanno ora usufruendo di Telegram Premium!”
Inoltre, dopo aver annunciato la rimozione di alcune funzionalità poco utilizzate (come “Persone nelle vicinanze“) e le ulteriori migliorie ottenute con l’ultimo aggiornamento (come il browser in app ancora più veloce e leggero), il fondatore e CEO ha poi concluso con questa riflessione:
“Mentre il 99,999% degli utenti di Telegram non ha nulla a che fare con la criminalità, lo 0,001% coinvolto in attività illecite crea una cattiva immagine dell’intera piattaforma, mettendo a rischio gli interessi dei nostri quasi miliardi di utenti.
Ecco perché quest’anno ci siamo impegnati a trasformare la moderazione su Telegram da un ambito di critica a uno di lode.”
Nulla è stato ancora specificato in maniera chiara e diretta, ma sembra ormai inevitabile un netto cambio di rotta nella politica di moderazione su Telegram che, secondo i ben informati, impatterà in modo decisamente più marcato sulle chat private.