All’inizio sembrava la scelta di un solo produttore, qualcosa che avrebbe sì portato a un cambiamento, a una innovazione di tutto rispetto, ma limitata a una azienda. Ora, invece, insieme a Apple è già seguita la tendenza di HTC, che con il Touch prima e il Touch Dual poi ha segnato di fatto l’inizio di una nuova era nell’interfaccia tra utente finale e telefono cellulare. Lasciando da parte discorsi tipo “No, in ordine cronologico e di ideazione è arrivata prima la casa taiwanese del brand dalla mela morsicata”, è importante soprattutto sottolineare alcune frasi del CMO di High Tech Computer, John Wang, che nel corso della ultima presentazione organizzata a Milano si è reso interprete di una convincente e teatrale dimostrazione, relativa all’importanza di tatto e sensibilità nell’ottica di interazione di un utilizzatore con il proprio telefono.
John Wang – CMO di HTC Wang, infatti, non solo si è limitato a rivendicare la paternità dell’innovazione implementata con Touch (la cosiddetta nuova era, la Touch Generation, appunto), ma è addirittura andato oltre, stressando il concetto che un maggior numero di funzioni e feature non deve in alcun modo rendere la vita difficile all’utilizzatore, semmai il contrario. E per arrivare ad assolvere quella che è indicata come la Mission di HTC per il prossimo futuro, Wang ha preso come esempio quello di un bambino nelle sue prime fasi di vita, arrivando poi a concludere che, proprio per i prossimi anni, sarà lo stesso bambino a indicare la strada (“Our Teacher is the baby”).
Touch Dual, il nuovo nato di casa HTC
Il succo di questa tendenza è semplice: prendere come modello l’intuitività e l’importanza di un senso particolare, il tatto, che sono stati nostri compagni fin dal momento della nascita. In questo senso, in HTC si crede che sia più facile sfiorare, spostare, tramite il contatto, piuttosto che inserire mille tasti; questi infatti, finirebbero per confondere l’utente finale, che si ritroverebbe spiazzato in maniera inevitabile.
Wang ha poi concluso il proprio intervento dichiarando di sentirsi confortato dalla presenza di un blasone come Apple, per quello che secondo lui è destinato a diventare il nuovo modo di operare con un cellulare (la Touch Generation, come dicevamo poco sopra). In effetti, è proprio l’azienda di Steve Jobs ad andare oltre, rispetto ad HTC: iPhone risulta, ad oggi, il modello più evoluto nell’attuazione di questa realtà.
Daniele De Grandis – Country Manager di HTC Tuttavia, vale forse la pena fermarsi un momento e domandarsi se sia davvero quello che l’utente vuole, un cellulare privo di tasti, pulsanti, soft-keys. La soggettività è un nodo importante, sì, ma non è esclusivamente una questione di gusti; l’ideale sarebbe cercare di implementare entrambi i sistemi, visto che l’affidabilità di una tastiera è ancora irraggiungibile, anche per il migliore dei touch-screen. Inoltre, sorgono diverse esigenze: vuoi un cellulare senza tastiera?
Apple iPhone
Ti servirà un display enorme, capace cioè di non ridurre a un’area misera quella necessaria per comandare il device stesso.
I problemi strutturali, per far divenire realtà quello che per ora è solo un buon proposito per il futuro, ci sono, e non sembrano di poco conto. Ecco perché la via fornita al momento da HTC sembra più misurata, rispetto a quella di un touch-screen che sulla carta ha tante credenziali, ma che poi crolla di fronte a una interfaccia insufficiente. Iphone resta un discorso a parte, forse difficilmente replicabile. Si può migliorare come sistema? Difficile dirlo, anche perché produttori blasonati come Nokia, Motorola, Samsung, aziende cioè che nella telefonia mobile hanno il proprio core business, non si sono ancora schierate.
Apple iPhone
Con il know how di queste tre case, potrebbe generarsi un miglioramento sensibile anche per quella che, volenti o nolenti, sembra essere una valida alternativa futura ai cellulari tradizionali. E il fatto che anche RIM stia pensando a un Blackberry completamente "touch", è una ulteriore testimonianza del cambio di rotta per i prossimi anni.