Nonostante la liberalizzazione del settore e le tante proposte dei vari gestori nati dopo la fine del monopolio, Telecom Italia continua a dominare il mercato della telefonia fissa. Secondo lo studio dell’ Autorità Garante delle Telecomunicazioni, al dicembre 2001 Telecom Italia deteneva l’83% dei ricavi generati dal settore.
La delibera dell’Authority fissa i limiti per definire un operatore come avente notevole forza di mercato. Al dicembre 2001 questa definizione era possibile solo a Telecom Italia nella telefonia fissa e Tim e Vodafone Omnitel in quella mobile. Nella telefonia fissa, quindi, strapotere di Telecom Italia. Seguiva a quella data Infostrada (il cui passaggio a Wind ha avuto effetti legali a partire dal primo gennaio 2002) con il 6,8%, terza era Wind con il 2,8%, seguita da TELE2 con il 2% e da Albacom con l’1,5%. Il calcolo delle quote di mercato basato sui volumi di traffico vede Telecom Italia registrare una quota di mercato del 74,1%, seguita da Infostrada con il 13% e da Wind con il 4,8% circa.
Passando alla telefonia mobile, l’Autorità ha calcolato per il 2001 un mercato dei servizi e delle reti pari a circa 9.400 milioni di euro, per 53,7 miliardi di minuti di traffico e 51,9 milioni di linee attive. Sul fronte ricavi, Tim deteneva una quota del 55% e Vodafone una del 35%. Wind era all’8% e Blu era fanalino di coda con l’1,4%. Guardando ai volumi di traffico si nota una crescita del primato di Tim al 63% e un calo della quota di Vodafone al 29%. Il restante 8% era per Wind e Blu. Per quanto riguarda il primo semestre 2002, l’Autorità parla di modeste variazioni, con un calo della quota di Tim di 2,5 punti percentuali.