Le tariffe per le chiamate dai telefoni di
rete fissa ai cellulari possono essere ulteriormente ridotte rispetto al livello
stabilito dall’Authority per le comunicazioni, che ha previsto un ribasso medio
del 29% .
È quanto sostiene l’Antitrust nella relazione
sulla manovra fisso-mobile fornita all’Authority per le comunicazioni. Secondo
l’organismo di tutela della concorrenza, infatti, i prezzi massimi indicati
dall’Authority per le chiamate dai telefoni fissi ai cellulari possono essere
ulteriormente ridotti senza che questo pregiudichi la concorrenza.
L’organismo guidato da Tesauro ritiene infatti
che ci siano ancora spazi per un ribasso sia della quota di tariffa che spetta
a Telecom Italia, sia per la parte che va ai gestori mobili. Secondo l’Antitrust,
in particolare, le 110 lire massime indicate per la quota che spetta a Telecom
risultano eccessive rispetto al costo complessivo del servizio, incrementato
di un normale margine di profitto.
Anche per la quota che spetta ai gestori mobili,
il livello di 360 lire al minuto risulta essere ‘eccessivamente distantÈ dal
benchmarking europeo che, secondo i dati Ovum, colloca la terminazione al di
sotto delle 300 lire al minuto.