Sony potrebbe dire addio a smartphone e table. La corporation giapponese sta prendendo in considerazione l’idea di cedere la sua divisione mobile.
Secondo Kazuo Hirai – il CEO della società – nei prossimi 3 anni il ricavo di Sony crescerà fino a 4,2 miliardi di dollari, trainato dal business del gaming e della fotografia digitale, ossia grazie soprattutto alla vendita di PlayStation 4 e di fotocamere. E gli smartphone? Non sono tagliati fuori da questo calcolo – ma quasi. Quando hanno chiesto a Hirai se i televisori rientrano nel piano di cui parla, la risposta è stata chiara, anche se non proprio perentoria: «non escludiamo di prendere in considerazione una exit strategy».
Kazuo Hirai – il CEO di Sony
Questo significa che per Sony potrebbe esserci una cessione del ramo “mobile”: forse non immediatamente, ma è una ipotesi da tenere fortemente in considerazione, a meno che l’azienda non decida di percorrere la strada di una joint-venture con altre società del settore, come già accadde nel 2001 quando il colosso nipponico unì le sue forze a quelle della svedese Ericcson, fondando la Sony Ericsson.
Entro il 2018 dunque le cose potrebbero cambiare per Sony Mobile Communications. Nessun business è per sempre hanno affermato in passato alcuni dirigenti della società. D’altronde di cessione del ramo mobile si parla da tempo. I risultati economici non sono stati affatto brillanti ultimamente: in sei degli ultimi sette anni le perdite di Sony hanno superato gli incassi e ciò e da attribuire principalmente alle performance di smartphone, tablet e phablet.
Solo nel 2010 – meno di 5 anni fa, dunque – Sony era il quinto produttore mondiale di cellulari, ma adesso le cose sono cambiate parecchio: Samsung è abbastanza saldo nella prima posizione, incalzato da Apple, Xiaomi, Lenovo ed LG (dati IDC) mentre la società di Hirai – nonostante produca apparecchi di notevole qualità – si trova diverse posizioni più indietro, a combattere per le restanti briciole del mercato con concorrenti molto agguerriti.
Difficile sopravvivere in un eco-sistema in cui da una parte bisogna rincorrere i top-player con dispositivi sempre più potenti ed innovativi, dunque investendo ingenti capitali in ricerca e sviluppo, e dall’altra bisogna produrre device estremamente economici, ma ugualmente efficienti, i cui margini di profitto ovviamente si riducono al minimo. Senza tener conto che i mercati più ricchi – quelli del “primo mondo”, insomma – stanno vivendo una fase di saturazione e quelli in fase di folle sviluppo prediligono brand locali, come Xiaomi, Huawei, TCL, Oppo, ZTE, One Plus, Meizu (Cina) o Micromax (India).
Ma quali potrebbero essere le società interessate a mettere le mani sulla linea di apparecchi Xperia? Difficile dirlo ora. Pare che ancora non ci siano trattative in corso. Vedremo quali saranno le prossime mosse del management Sony.