Sarà una questione solo momentanea l’aumento delle richieste e delle attivazioni di abbonamenti satellitari in seguito alla recente Seconda Guerra del Golfo. Le compagnie satellitari, infatti, hanno tutte ricevuto nuovi ordini e stanno notevolmente aumentando il traffico telefonico dopo lo scoppio della guerra. Secondo gli analisti di Carmel Group, però, si tratta solo di una cosa momentanea, un fuoco di paglia che non potrà durare a lungo e che non darà quella spinta per togliere le compagnie satellitari dall’orlo dell’abisso.
Sia Iridium che Globalstar, i primi due operatori satellitari ad offrire terminali di grandezza simile a quella dei normali cellulari, hanno conosciuto l’umiliazione della bancarotta. Iridium ne è uscita grazie ai fondi del Dipartimento della Difesa americano, che grazie all’aiuto dato ha avuto diritto a ricevere 20 mila terminali con infinite ore di comunicazioni vocali gratuite. Iridium, però, non ha molti clienti, solo altre poche decine di migliaia, e non saranno poche centinaia di nuove attivazioni a far cambiare corso al proprio business. Lo stesso dicasi per Globalstar, nato dopo il disastro Iridium e per questo con minori pretese, ma comunque finito in bancarotta lo scorso anno. Attualmente Globalstar naviga ancora in cattive acque, con una base clienti di circa 85 mila persone, contro una capacità della rete di oltre 8 milioni di utenti mobili satellitari.
A passarsela meglio è il primo e più antico operatore satellitare, l’inglese Inmarsat, che è riuscito a ritagliarsi una importante fetta di mercato, con oltre 200 mila clienti, non ha problemi finanziari ed anzi si sta facendo conoscere sempre più fin dal tempo della guerra in Afghanistan per i suoi video telefoni satellitari, ormai utilizzati da tutte le maggiori testate giornalistiche televisive, che sono anche serviti a documentare alcuni scoop nelle prime giornate di guerra. La situazione, quindi, è tutt’altro che rosea e rallegrarsi per un aumento delle attivazioni in questo momento vorrebbe dire bendarsi gli occhi di fronte ad un mercato in precedenza sopravvalutato ed a cifre enormi letteralmente bruciate in nome di una nuova rivoluzione mobile mai arrivata.