Se ne parla da mesi: lo Snapdragon 810 di Qualcomm ha problemi di gestione del calore. Le testimonianze ufficiali in merito sono discordanti: Qualcomm, ovviamente, ha cercato di smentire le indiscrezioni parlando di problemi legati alle versioni provvisorie e non a quelle finali che troviamo in dispositivi come HTC One M9 e Sony Xperia Z3+. Sony, invece, ha dichiarato che servirà un aggiornamento software per risolvere i problemi di surriscaldamento, di fatto riconoscendoli ufficialmente. Una situazione complessa per Qualcomm e dalla Cina intervengono dicendo che gli ordini, alla luce di questi problemi, si sono ridotti.
Snapdragon 810
Considerato che lo Snapdragon 810 è il chip di maggior prestigio nell’attuale catalogo dell’azienda, l’abbassamento degli ordini è un duro colpo per Qualcomm. La stampa cinese ha sottolineato più di un problema: innanzitutto il surriscaldamento, che non ha giovato alla reputazione del chip; problemi anche durante il processo produttivo, affidato alla taiwanese TSMC. Il risultato? Qualcomm non riuscirà a raggiungere le vendite previste per lo Snapdragon 810 a causa di ordini inferiori rispetto a quanto programmato, un contesto commerciale che sicuramente impatterà sui conti della società.
Ma non è soltanto colpa di Qualcomm. Per quanto il calo delle prestazioni del suo chip top di gamma sia parte del problema, la concorrenza crescente da parte di Samsung, MediaTek e Huawei è un fattore da tenere in considerazione. I System-on-Chip più recenti di MediaTek, come l’octa-core MT6795, sono infatti stati apprezzati e sfruttati da alcuni smartphone di successo, come HTC One M9+. L’adozione dell’Exynos 7420 di Galaxy S6 e S6 edge è stata per Samsung una prova di forza, a dimostrazione che non ha bisogno di Qualcomm per offrire agli utenti un’esperienza software di alto livello. E Samsung resta un cliente fondamentale per Qualcomm.