Gli smartphone che teniamo tra le mani tutto il giorno in futuro potrebbero essere fondamentali per cambiare la qualità della nostra vita personale. Infatti, secondo la visione di Martin Cooper, pioniere della telefonia mobile, questi salveranno vite e ridurranno la povertà.
Con la sua prima chiamata, che fece partire da un telefono Motorola camminando per le strade di New York, non avrebbe mai pensato di trovarsi oggi di fronte a tutta questa tecnologia, con l’intelligenza artificiale integrata nella maggior parte dei telefoni. Lo stesso lo pensa adesso.
In un’interessante intervista, pubblicata da Il Sole 24 Ore, Cooper ha spiegato: “Credo fermamente che lo smartphone abbia un potenziale ancora da scoprire. Siamo all’inizio di una rivoluzione che, combinata con l’intelligenza artificiale, potrà aiutarci a risolvere problemi cruciali“.
Come gli smartphone saranno fondamentali in futuro
Quali sono i problemi cruciali di cui parla Cooper e che gli smartphone ci aiuteranno a risolvere in futuro? “Uno tra tutti? La povertà. Non esiste giustificazione, oggi, per cui qualcuno debba vivere in condizioni di miseria. La produttività del mondo, che può aumentare grazie agli smartphone, è sufficiente a nutrire e garantire una vita dignitosa a tutti“.
Il secondo problema cruciale è la salute. Grazie allo smartphone, “un giorno potremo comprendere tutte le malattie e, forse, eliminare molte di esse. Come? Collegando le persone ai medici o a computer che possano analizzare in modo personalizzato i dati di ciascuno, rilevando le anomalie nel corpo umano e segnalando possibili soluzioni“, ha spiegato Cooper.
Tra quanto potremo beneficiare di tutto questo? Secondo il pioniere della telefonia mobile ci potrebbe volere una generazione o più, “ma l’obiettivo è eliminare le malattie“. A questo si aggiunge il terzo problema cruciale, l’istruzione.
“Il mondo è migliorato – continua Cooper – ma abbiamo ancora conflitti e incomprensioni tra popoli. Connettere tutti e mettere l’intelligenza negli smartphone potrebbe contribuire a una comunicazione più efficace e alla riduzione dei conflitti“.