C’è un’aura di sacralità dietro i nuovi smartphone pieghevoli che stanno per vedere la luce. Al Mobile World Congress sono stati trattati come vere e proprie reliquie che, invece di provenire dal passato, sembrano offrire uno spioncino attraverso cui guardare il futuro. Opera d’arte museale, oggetto sacro, elemento misterioso e alieno: l’aura che viene a generarsi è potente e gli occhi (e le fotocamere) dei passanti vengono automaticamente calamitati.
Ed eccoli quindi a poca distanza, entrambi all’interno di una doppia teca: Samsung Fold e Huawei Mate X. Non sono gli unici del Mobile World Congress, sia chiaro: abbiamo visto e toccato con mano anche display cinesi ed i più noti Royole, ma l’attenzione è tutta per i due mostri sacri consacrati sull’altare del MWC19.
Si sono sfidati a breve distanza, circondati da protezioni e da una attenta security, con tanto di transenne di divisione superate da lunghi selfie stick che consentivano a giornalisti e curiosi di potersi avvicinare un altro po’, pur di avvicinarsi, pur di fotografare il dettaglio. Le teche erano talmente vicine che nei rispettivi vetri era possibile veder rispecchiato il brand rivale, separato da un corridoio attraverso cui decine di migliaia di persone sono passate per una foto, uno sguardo, un ricordo e uno slancio di fantasia.
Nessuno li ha potuti toccare con mano, qualcuno li ha potuti avvicinare in improvvise comparsate, tutti li hanno però potuti ammirare. E tutti hanno cercato di capire, quasi spiazzati da una novità tanto annunciata quanto di complessa interpretazione. Questa distanza obbligata, l’accento museale della teca, il mistero del non poter toccare per credere: l’esigenza di proteggere i rispettivi prototipi è stata abilmente trasformata in marketing, agendo più o meno consapevolmente su quell’effetto vedo-non-vedo che ha giocoforza generato forte curiosità e grande aspettativa.
Il giudizio sarà soggettivo non appena arriveranno sul mercato (in estate), figuriamoci ora: si tratta di immaginare un prodotto non ancora testato, con componenti fortemente innovative e con un form factor che per la prima volta dopo troppi anni di immobilismo suggerisce la possibilità di un feroce cambiamento.
Samsung Fold vs Huawei Mate X: vicini, diversi, rivali
E quindi ecco la teca, ecco l’ambizione che si fa palpabile: presto ci saranno nuovi device pronti a fare la differenza, sta per nascere un prodotto nuovo, sta per arrivare la scintilla con cui si spera di rianimare il mercato. Le teche Samsung e Huawei si sono sfidate a distanze, dividendosi il pubblico. Ma erano teche differenti, il che evidenzia fin da subito la volontà di sfidarsi, ma non di inseguirsi. I due dispositivi sono differenti fin dall’origine (il Fold si piega all’interno, il Mate X all’esterno) e differenti sono le due protezioni: aperta quella Huawei, consentendo di vedere meglio il dispositivo; chiusa e piena di luci e specchi quella di Samsung, il che offre un grande impatto scenico ma un minor “contatto” diretto.
Per contro Samsung ha posizionato il proprio Fold in modalità aperta, consentendo di vederlo appieno nella modalità più critica di utilizzo: tutti hanno scostato la testa di pochi cm per poter vedere quella che è una piccola piega visibile sul display, difetto-non-difetto sul quale si discuterà probabilmente a lungo non appena i “foldable” saranno disponibili; Huawei da parte sua si è nascosta tenendo il Mate X leggermente piegato, impedendo così di valutare se la piega del display possa essere più o meno evidente rispetto al rivale.
La strada è segnata: i due dispositivi giungeranno sul mercato in estate, nei prossimi mesi potranno essere testati in anteprima e nella seconda metà dell’anno saranno l’oggetto del desiderio per quanti vedono in questo nuovo form factor un’evoluzione tanto dello smartphone, quanto del tablet. E il prezzo? Meglio tenersi saldi, perché saranno sfondate nuove soglie psicologiche e dovranno crollare nuove resistenze. Ma quel che sta per nascere è qualcosa di nuovo, qualcosa di magico, qualcosa che impone nuovi paradigmi anche nelle valutazioni. Qualcosa che, a prescindere che piaccia o meno, è destinato a destare meraviglia agli occhi dei cultori delle nuove tecnologie. Qualcosa che, quindi, ora rimane dietro teca, diventa simbolo di questo Mobile World Congress che va a chiudersi e che pone ancora una volta Samsung e Huawei nel ruolo di lepre del settore. Tutti gli altri inseguiranno, e lo faranno molto presto.