In tutta Europa sono oltre 170
milioni i possessori di contratti prepagati mobili, rappresentando il 63% dell’intero
parco circolante. La diffusione di SIM prepagate in alcuni paesi, come, ad esempio,
l’Italia, è altissima, grazie anche alla mancanza di incentivi per gli abbonamenti.
Molti degli operatori europei, però, continuano a considerare gli utenti prepagati
come clienti di serie B, non abilitando molti dei nuovi servizi per questo tipo
di contratti. L’ultimo esempio è il GPRS, ancora negato da moltissimi gestori
per i possessori di SIM prepagate.
In Italia la situazione è ovviamente
diversa, visto che negare un servizio alla clientela prepagata vorrebbe in pratica
dire negarlo alla grande massa degli utenti. Ma in molti stati ancora non è
possibile accedere ai servizi GPRS con un SIM prepagata. I gestori si limitano
così la possibilità di entrare in un mercato che diverrà sempre più importante
nel prossimo futuro. Le difficoltà di tariffazione legate al diverso pricing
dei servizi GPRS non può essere un alibi per tale blocco. Anche lo stesso roaming
GPRS, il GRX, già di per se è poco diffuso, ancora di più lo è per le prepagate.
È critico che gli operatori volgano
le proprie attenzioni verso i clienti prepagati se vogliono aumentare i propri
introiti dalle nuove tecnologie come il GPRS, adesso, e l’UMTS, in seguito.
Secondo alcuni studi se gli operatori decidessero di offrire, anche solo partire
dal 2003, i servizi GPRS ed UMTS anche ai clienti prepagati, già nel 2007 l’indotto
sarebbe di oltre 16 miliardi di Euro per i soli servizi dati.