Samsung sente la pressione dei brand cinesi, sempre più forti. Su questo non c’è da far mistero. I numeri delle vendite sono chiari quanto le quote di mercato assorbite da aziende, un tempo emergenti, come Xiaomi. E mentre Huawei festeggia il record di 100 milioni di unità vendute dall’inizio del 2018, altre realtà – come Samsung ed LG – corrono ai ripari per recuperare mercato.
Potrebbe sembrare una situazione non correlata con la decisione di unire le celeberrime line-up di smartphone del gigante sud coreano eppure è così. I prezzi dei flagship Samsung – come quelli dei prodotti di altri OEM – sono in continuo aumento. Gli utenti non vogliono spendere cifre vicino ai 1000€ per uno smartphone performante e, soprattuto, sono diventati più autonomi ed in grado di guardarsi intorno prima di scegliere.
L’unione delle due linee di prodotto, quella di Note e quelle di Galaxy S, potrebbe portare se non ad una riduzione almeno ad una frenata dei prezzi in continua ascesa. Un punto che giocherebbe a favore di Samsung all’interno dell’affollatissimo settore degli smartphone.
Ormai fra un Galaxy S ed un Note l’unica differenza rilevante è la S-Pen
Le due line-up negli ultimi tempi sono diventate praticamente identiche, o quasi. Fra differenze impercettibili e schede tecniche quasi identiche, l’unica caratteristica esclusiva dei Note è la S-Pen.
Ed allora, se i flagship sono ormai così tanto simili, che senso ha tenere ancora le due line-up separate? La S-Pen potrebbe continuare ad esistere, diventando un valore aggiunto della variante “Plus” di uno dei due flagship Galaxy S.
I tempi in cui un Samsung Galaxy S4 era sensibilmente più piccolo di un Galaxy Note 4 sono passati e si fa realmente fatica a cogliere le differenze fra i due flagship. Come anticipato, non c’è ancora nulla di ufficiale, ma il vicepresidente di Samsung – Jay Lee – punterebbe verso questa direzione.