Samsung Galaxy S24 Ultra, ecco cosa può fare l'IA sulle immagini

Scopri cosa può fare l'IA generativa del Samsung Galaxy S24 Ultra: seleziona gli oggetti, cancella, sposta, raddrizza e molto altro ancora nei nostri test.
Samsung Galaxy S24 Ultra, ecco cosa può fare l'IA sulle immagini

In queste ore stiamo testando il nuovo Samsung Galaxy S24 Ultra con una particolare curiosità nei confronti delle funzioni che l’IA promette su questa nuova versione. Si tratta infatti dell’elemento differenziante in tutto e per tutto, all’interno di un device come sempre sviluppato in modo eccellente ed ambizioso, ma che in questa nuova generazione sbandiera il valore aggiunto dell’IA come determinante elemento in grado di elevare la nuova versione rispetto alla concorrenza.

Delle specifiche si è già detto, così come delle ottiche e di come Samsung ha scelto di sviluppare il comparto fotografico di questa nuova edizione della serie. Quel che occorre focalizzare, quindi, è il modo in cui l’IA è in grado di servire le immagini, di come possa impreziosire l’esperienza nel quotidiano e quanto possa fare per trasformare lo smartphone non solo in una fotocamera portatile, ma in un vero e proprio strumento di produzione. Abbiamo quindi effettuato alcune prove per misurare la bontà del sistema, affinché si possano intuire punti di forza e di debolezza per servizi che, inevitabilmente, saranno comunque destinati a migliorare giorno dopo giorno, aggiornamento dopo aggiornamento.

IA in cloud

La prima importante osservazione da fare è relativa al fatto che l’IA è un servizio gestito in cloud. La rielaborazione delle immagini, insomma, non avviene sul device, ma su server remoti che richiedono pertanto la trasmissione dei dati ed una connessione attiva. Qualora il dispositivo per qualche motivo non abbia campo, tutte le funzioni di editing intelligente delle immagini sarà pertanto fermo. Nulla vieta che tali rielaborazioni possano essere compiute in un secondo momento, ovviamente: semplicemente occorre avere ben presente il fatto che senza connessione non c’è IA e senza IA generativa non ci sono funzioni intelligenti da poter sfruttare.

Samsung Galaxy S24 Ultra

Zooooooom

Giudizio? Niente male! Lasciamo giudicare a voi, ma intanto ecco una serie di prove per “toccare con mano” ciò che l’S24 è in grado di fare.

Prova 1: zoom su un dettaglio a distanza maggiore

La prima prova è stata eseguita scattando una foto a distanza: 185 metri alla ricerca del dettaglio e della qualità dello scatto.

Distanza del punto di scatto

Questo il risultato, effettuando scatti rispettivamente da 0.6X, 1X, 3X, 5X, 10X e 30X:

Samsung Galaxy S24, scatto 0.6X

Samsung Galaxy S24, scatto 1X

Hey, prima di contestare che lo scatto non rispetta l’allineamento verticale della torre, aspettate la fine della recensione: anche il fatto di aver fatto la fotografia storta fa parte del test, scoprirai alla fine il perché!

Samsung Galaxy S24, scatto 3X

Samsung Galaxy S24, scatto 5X

Samsung Galaxy S24, scatto 10X

Samsung Galaxy S24, scatto 30X

Come si può notare da queste immagini – anche se ridimensionate e compresse, dunque utili soltanto fino ad un certo punto – il livello di dettaglio negli scatti più elevati è altissimo anche se la gestione dei pixel diventa tale da “appiattire” le sfumature. Si sta tuttavia parlando di una distanza considerevole, dunque il risultato resta più che apprezzabile.

Un piccolo consiglio: quando si scattano immagini con tale ingrandimento può essere molto utile evitare il “tap” sul display poiché può causare minime oscillazioni che riducono la qualità dello scatto. L’alternativa è estrarre il pennino, inquadrare il soggetto e  quindi scattare dal pulsante laterale della S-Pen. Così facendo non ci sarà contatto con il corpo macchina ed il risultato sarà migliore.

Prova 2: zoom su un dettaglio a distanza minore

Abbiamo eseguito medesima prova su un dettaglio più vicino, cercando la singola foglia di un albero a circa 10 metri di distanza:

Immagine modificata da IA

Scatto con Samsung Galaxy S24 Ultra, zoom 1X

Scatto con Samsung Galaxy S24 Ultra, zoom 3X

Scatto con Samsung Galaxy S24 Ultra, zoom 5X

Scatto con Samsung Galaxy S24 Ultra, zoom 10X

Scatto con Samsung Galaxy S24 Ultra, zoom 30X

Ancora una volta il livello di dettaglio è ottimo, anche se con l’aumentare dello zoom i dettagli vengono ad essere definiti in modo meno naturale ed i contrasti diventano eccessivamente protagonisti. Ancora una volta, però, stiamo parlando di un 30X su uno smartphone e la qualità generale è decisamente apprezzabile.

Attenzione, però, ad una piccola bugia che abbiamo inserito in questa serie di scatti. Il primo, infatti, è “falso”. Parliamone nel prossimo capitolo di questa prova.

Cerchia, sposta, elimina

Per capire dove fosse la nostra bugia, cerca le differenze tra questi due scatti:

Immagine modificata da IA Scatto con Samsung Galaxy S24 Ultra, zoom 0.6X

Come sarà facile notare, nel secondo scatto è visibile un cestino che rovina, ovviamente, la fotografia. Buttare il cestino nel cestino è stato facile:

  • click sul pulsante di modifica dell’immagine
  • click sul pulsante con le stelline (emblema delle funzioni di IA dello smartphone)
  • cerchio attorno alla porzione di immagine contenente il cestino
  • click prolungato sull’area selezionata
  • click sul pulsante “gomma” per eliminare il cestino
  • click sul pulsante dell’IA per rigenerare la parte dell’immagine rimasta vuota

Automaticamente l’IA generativa ha selezionato i pattern dell’immagine più utili per coprire la parte rimasta vuota a seguito dell’eliminazione del cestino, ha creato uno sfondo possibile e lo ha inserito. Se ci si fa caso, si noterà una sorta di ombreggiatura; nella maggior parte dei casi tutto ciò non si nota e l’IA ha svolto egregiamente il proprio lavoro.

Abbiamo fatto esperimenti simili su più immagini ed abbiamo notato come i risultati migliori siano su immagini particolarmente semplici (ad esempio un cielo monocolore) o su sfondi particolarmente complessi (una siepe, un corso d’acqua, un ciottolato).

Un difetto evidente di questa funzione sta nel fatto che l’IA riconosca molto bene i confini di un oggetto solido, ma non altrettanto bene sa identificare e gestire le sue ombre. Questo significa che si possono spostare gli oggetti, ma non le ombre relative le quali rimarranno ancorate alla loro posizione iniziale. Ecco un esempio, dove la prima immagine è l’originale e la seconda è quella modificata con il metodo del cerchia e sposta:

Scatto con Samsung Galaxy S24 Ultra

Scatto con Samsung Galaxy S24 Ultra modificato da IA

Nell’avvicinare artificiosamente la boccia al pallino, la gestione delle ombre e delle luci ha reso la rielaborazione meno credibile, ma soprattutto ha lasciato l’ombra originaria al suo posto generando un’anomalia che l’occhio non può non notare. In termini generali si tratta di una funzione eccezionale, con un’altissima capacità dell’IA nello spostare gli oggetti e nel generare le parti da completare; ancora scarsa è invece la comprensione del contesto, dove il modificare leggermente le luci e le ombre potrebbe rendere l’effetto finale estremamente migliore.

Si consiglia pertanto di utilizzare questa funzione badando in modo attento all’illuminazione, sapendo che la piena luce solare restituirà risultati migliori (soprattutto se si riesce ad evitare le ombre a forte contrasto). Per Samsung i “to do” sono invece già tutti qui, nero su bianco: piccole evoluzioni dell’algoritmo potranno offrire margini qualitativi oltremodo migliorativi. Ed inevitabilmente sarà questa la direzione, con migliorie presumibilmente continue che arriveranno sul cloud senza il bisogno di alcun aggiornamento dello smartphone.

Raddrizza e genera

A questo punto non resta che tornare a quell’immagine iniziale con lo scatto “storto” della torre millenaria. Per esaltare ancora di più l’effetto, l’abbiamo fotografata da vicino, ancora una volta senza rispettare la verticalità delle mura e poi chiedendo all’IA di raddrizzare il tutto. Quando si raddrizza uno scatto, le possibilità sono due: ottenere degli angoli vuoti dovuti alla rotazione, oppure riempire tutto il riquadro ingrandendo il soggetto. L’IA generativa è la terza via, poiché consente di non ingrandire la foto (quindi senza perdita di qualità), ma di riempire comunque quegli angoli che rimarrebbero senza contenuto. Il risultato è eclatante:

Immagine raddrizzata con IA generativa

Lo scatto a sinistra è quello originale, forzatamente inclinato per vedere l’effetto che fa. Lo scatto a destra è quello “raddrizzato”, ma non si nota il fatto che sia fasullo in virtù del fatto che ha ottenuto riempitivi coerenti e dettagliati su ogni lato dell’immagine. Insomma: l’IA c’è, ma non si vede, ed è questo l’incredibile valore che può offrire nel restituire questo tipo di modifiche.

In conclusione

Non sempre l’IA si è rivelata all’altezza della situazione: riconosce i pattern dello sfondo, sa replicarli, ma non sa agire in modo maggiormente proattivo nel comprendere i giochi di luce, la distribuzione delle ombre e la distinzione delle ombre dal corpo solido che le causa. Su questo aspetto si potrà sicuramente migliorare, ma fin da oggi l’IA generativa si dimostra eccellente in molte situazioni e può consentire di salvare o migliorare uno scatto in pochi secondi, senza l’uso di app di editing e restituendo risultati in certi casi eclatanti.

L’esperienza di scatto sul Samsung Galaxy S24 sfruttando l’IA, insomma, è in grado di restituire risultati molto importanti. Il nostro test proseguirà con prove ulteriori.

Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti