Per Samsung i cellulari iniziano a non essere più remunerativi come negli anni passati. Qualche settimana fa si è saputo che l’azienda sudcoreana non è più il leader del mercato mondiale degli smartphone: nell’ultimo trimestre del 2014 Apple gli ha rubato questo primato. Niente di drammatico per il momento: Samsung ovviamente non ha intenzione di battere in ritirata, ma qualcosa si sta muovendo.
Samsung
La società si è guardata intorno e ha deciso di puntare su qualche altro cavallo più redditizio; la produzione di display, ad esempio, sarà un settore che la vedrà molto impegnata nei prossimi anni. Di questi giorni è la notizia che Samsung, la più grande azienda della Corea del Sud, investirà 4 trilioni di won – ossia circa 3,6 miliardi di dollari – nella produzione di OLED (Organic Light-Emitting Diode). A dichiararlo è stato un portavoce di Samsung Display (la società del gruppo che si occupa appunto della produzione di schermi LCD) con un’intervista alla Reuters.
Il denaro messo su questo progetto servirà a sviluppare una nuova linea di produzione in grado di sfornare soprattutto display per tablet e smartwatch (o più in generale wearables). Il nuovo impianto, comunque, produrrà probabilmente anche pannelli per smartphone, ma non di quelli che abitualmente troviamo installati sugli smartphone, bensì di un nuovo tipo: curvi, come quelli che si son già visti sul Galaxy Note Edge e che si vedranno a breve sul Galaxy S6 Edge.
Galaxy Note Edge
La scelta di ampliare e diversificare la produzione di display, e sulla produzione di componenti più in generale, è arrivata dalla capogruppo – la Samsung Electronics Co. Ltd – anche perché gli introiti dalla vendita di smartphone si vanno via via riducendo, così come si assottiglia sempre più il ricavo dalla vendita della singola unità di device portatile. Secondo le previsioni per il 2015, peraltro, i dividendi che potrà distribuire quest’anno saranno meno di quelli elargiti nel 2014.
Per la società l’investimento in componentistica su base annuale è comunque molto ingente: su un capitale di spesa totale pari a 23,4 trilioni di won, 14,3 sono stati destinati al business dei semiconduttori (principalmente chip) e 4 a quello dei display. Oltre a quello per la costruzione di OLED, infatti, Samsung ha intenzione di iniziare a costruire anche un nuovo stabilimento per la produzione di processori: i lavori – che costeranno circa 15,6 trilioni di won, qualcosa come 10 miliardi di euro – dovrebbero iniziare proprio entro la fine di giugno di quest’anno e terminare per la seconda metà del 2017.
Sviluppare il comparto della componentistica, peraltro, significa anche guadagnare sulla propria concorrenza; difatti le aziende con cui Samsung compete nel mercato dell’hi-tech consumer (con smartphone, tablet, notebook, televisori ecc) sono le stesse che da essa fanno rifornimento per acquistare i componenti necessari all’assemblaggio dei dispositivi. Dunque questa si configura come una mossa molto lungimirante, che denota una strategia di lungo respiro.
Ma Samsung non è la sola a puntare sulla carta "display". Yonhap, un’agenzia di stampa sudcoreana, mercoledì scorso ha diffuso una notizia secondo cui anche LG avrebbe intenzione di investire in questo campo: per la precisione l’azienda spenderà circa 1,2 trilioni di Won nell’estensione dell’attuale linea di produzione di pannelli OLED di grandi dimensioni.