Ci sono smartphone che non spendono compromessi e sul prezzo spalmano ogni novità che la tecnica consente pur di alzare l’asticella e posizionarsi nella parte alta del mercato, laddove ogni dettaglio ispira lusso e massima aspirazione. Ci sono poi smartphone che invece non badano a vezzi e si giocano ogni carta sulla bandiera del low cost, affossando il prezzo pur di ritagliarsi uno spazio in un mercato sempre più indifferenziato.
E poi c’è lo Xiaomi Redmi Note 11 Pro+ 5G. Tutto in questo smartphone è fatto per posizionarsi sul crinale tra le due pulsioni: quella dell’asticella alta e quella del prezzo ragionevole. Tutto vive su questa tensione, dando vita ad uno smartphone che per prezzo indichiamo in classe media, ma che sotto molti aspetti ispira ambizioni ben più alte.
Xiaomi Redmi Note 11 Pro+ 5G
Insomma, mettiamo subito le cose in chiaro: lo abbiamo provato e ci è piaciuto. Uno smartphone deve guadagnarsi la fiducia fin dal primo impatto e con noi ci è riuscito grazie ad una colorazione “verde foresta”, opaca e cangiante, dal risultato del tutto elegante; deve affermarsi fin dai primi “tap” e non ha avuto esitazioni; deve restituire buone sensazioni fin dai primi scroll e non abbiamo avuto intoppi. Da quel momento in poi è stato tutto un crescendo, chiedendoci quale sarebbe stato il limite di un dispositivo che in questo momento può già essere acquistato per meno di 400 euro e che in tasca vale qualcosa di più.
Tre le versioni disponibili:
Il modello che abbiamo provato per alcune settimane è quello da 8GB+128GB, ma alla luce della scarsa differenza di prezzo (grazie allo sconto maxi applicato alla versione da 256GB), scegliere l’opzione con più memoria sembra identificarsi come la migliore delle opzioni attuali. Sul colore da scegliere non abbiamo dubbi: il “verde foresta” ci ha immediatamente conquistati.
Caratteristiche
Non staremo ad elencare nuovamente le caratteristiche di uno smartphone che abbiamo già ampiamente descritto nel recente passato. Ma val la pena riassumere i cardini principali che vanno a perimetrare cosa sia questo smartphone made in Xiaomi:
- display AMOLED da 6,67 pollici FHD con refresh da 120Hz
- SOC MediaTek Dimensity 920 octa-core 5G
- fotocamera posteriore da ben 108 megapixel (anteriore da 16MP)
Certo, ha un suo peso: 204 grammi non sono pochi. Ma non si può giudicare il peso complessivo senza ragionare sui 6,67 pollici di diagonale, sfruttati peraltro ottimamente grazie ad una cornice estremamente sottile. Pesante al punto giusto, insomma, ma pienamente nella norma di un device massiccio che in questa generosità di pixel cela una chiara vocazione all’intrattenimento. La scocca in metallo ha un suo ruolo in questa valutazione, ma anche nella sensazione di solidità restituita e nell’ottima sensazione tattile restituita.
Lo abbiamo messo alla prova su giochi e video, in modo particolare, ottenendo sensazioni più che positive: reattivo e impattante, fluido e affidabile. 700 NITS di luminosità del resto sono un’ottima base di partenza, la risoluzione è premiante e 395 PPI completano il quadro: video e gaming ne escono alla grande, soprattutto spingendo al massimo le opzioni software dedicate (scegliendo le performance in luogo dell’autonomia).
La fotocamera ha restituito ottimi risultati per questa fascia di prezzo, con scarni compromessi pagati soltanto in termini di reattività: ottimale la messa a fuoco, ad esempio, benché non sempre scattante.
Interessante anche la funzione Macro, benché rigida nella gestione della distanza, ma qualitativa del risultato finale. Ne consegue un utilizzo avanzato da medio di gamma che, quando il prezzo scende a livelli simili, non può che rivelarsi interessante.
Una nota di merito va alla batteria, elemento che ha il dovere di rispondere democraticamente ad un low cost come ad un top di gamma in virtù del fatto che detta i tempi della ricarica e crea i presupposti per un utilizzo assiduo durante la giornata in ogni situazione: lavoro, social, studio, chiamate, chat e quant’altro. 4500 mAh nominali promettevano bene fin dalla prima accensione, ma anche l’autonomia si è confermata pienamente all’altezza delle aspettative. Il resto lo fa la ricarica rapida da 120W (Super Charge), vero e proprio lusso in questa fascia di prezzo: in 15 minuti la batteria è completamente carica, escludendo dunque ogni tipo di problema in termini di autonomia.
Potrà invece essere invisa a molti la sporgenza della fotocamera, decisamente pronunciata e spigolosa. La sensazione, oltre alla scomodità di appoggio, è di una possibile fragilità di un elemento tanto importante e tanto delicato, che in questa sporgenza potrebbe essere maggiormente esposto a urti e graffi. Il problema si risolve con la semplice cover in silicone (gradevolmente disponibile a titolo gratuito nella confezione) o con altre cover con simili fattezze: l’ingombro del comparto fotografico non può essere ignorato, ma al tempo stesso può essere aggirato con una cover adeguatamente protettiva.
Se in quel “Pro+” del nome c’è un chiaro elemento di distinzione rispetto agli altri modelli, Redmi ha voluto affermare questa differenza anche in termini di resa audio. Il comparto è stato affidato al brand JBL (che campeggia sulla livrea superiore del device), dal quale ricava una potenza sorprendente, gradevole Dolby Atmos, bassi interessanti ed una resa complessiva decisamente apprezzabile. Nulla che interessi a un boomer, forse, ma se si vuol fare un regalo ideale per nuove generazioni allora sarà questo elemento sicuramente apprezzato. Per i boomer resta il jack audio: non tutti apprezzano gli auricolari bluetooth, fatevene una ragione.
E la chiamano middle class
Il mercato pre-pandemia aveva visto i dispositivi di classe media alzare fortemente la testa ed imporsi con una forte corsa che aveva tuttavia abbassato la qualità media sul mercato. La pandemia ha allungato il ciclo di vita dei device ed ha polarizzato le scelte, premiando i top di gamma e la fascia di massima convenienza, comprimendo gli spazi per quella middle class che ha lasciato emergere tutti i compromessi su cui aveva costruito la propria ascesa.
Redmi Note 11 Pro+ 5G è un dispositivo di classe media che alza coraggiosamente la testa, cercando di stuzzicare la curiosità di chi non vuole spendere 1000 euro per uno smartphone, ma al tempo stesso non vuole affidare la propria giornata “always-on” ad un device fatto più di compromessi che di capacità. Il che ha un suo significato importante anche in ottica Xiaomi: il brand ha già lanciato l’attacco in ogni fascia di mercato e con Redmi ha alzato l’asticella della classe media per dimostrare che ha ancora qualcosa di molto valido da dire. Al punto da non sembrare nemmeno classe media, quando così elegante.