La politica di Facebook di proibire ai propri utenti di usare pseudonimi sul Social Network non piace alle autorità tedesche. In seguito alla denuncia di una donna al garante della privacy d’Amburgo dopo che Facebook le aveva bloccato il profilo perché non usava il suo nome reale, le autorità tedesche per la protezione dei dati hanno dichiarato che la richiesta di Facebook di usare i veri nomi è una palese violazione della privacy.
Questa presa di posizione arriva a un mese dall'indagine delle autorità garanti della privacy belghe sul modo con cui Facebook traccia i dati degli utenti. Le due autorità stanno lavorando a stretto contatto su questo tema assieme ai propri omologhi spagnoli, olandesi e francesi. Il garante della privacy tedesco non transige: la donna stava usando un
soprannome per non avere ritorsioni sul lavoro, negarle questa
possibilità lede i suoi diritti.
Zuckerberg vuole solo nomi reali
Facebook è deluso da questa posizione: «L'uso dei nomi autentici protegge la privacy e la sicurezza, garantendo alle persone di sapere veramente con chi condividono le loro cose o con chi si connettono», ha dichiarato un portavoce del network. Per Facebook l'unica autorità a cui il Network deve sottostare in Europa è quella in cui ha sede fisica, cioè l'Irlanda.
In Germania non sono d'accordo. Johannes Caspar, Commissario per la Protezione dei Dati di Amburgo, respinge questa tesi: «Facebook non può continuare a sostenere di essere soggetto solo alle leggi irlandesi: tutti quelli che giocano sul nostro terreno devono rispettare le regole del nostro gioco».