Posa quello smartphone. Non servirà un video per dimostrare qualcosa: basterà guardarsi negli occhi e dire qualcosa. Ci sono momenti che non solo non possono essere condivisi, non solo non devono esserlo, ma non debbono neppure lasciare una traccia fuori da sé perché devono vivere solo dentro di sé. Quando due sguardi si incrociano e succede qualcosa, quel qualcosa sarà intimo per sempre, inesistente ed insignificante al di fuori di quel ritmo sincronizzato dei cuori. Non c’entra che sia Amore, per carità, parola grossa e abusata (soprattutto in tempo di Sanremo).
Semplicemente, ci sono momenti che uno smartphone non deve riprendere perché non ne ricaverebbe che il lato meno nobile. Colpa dei sensori fotografici, che per smart che siano non vanno oltre gli impulsi di luce e non hanno intelligenza: non sanno che ci son luci che mettono in ombra ed emozioni nell’ombra che meriterebbero maggior luce. Da sempre le chiamano “Storie”, e forse è proprio come per le Stories di oggi: nascono e vivono solo per l’istantaneità, per poi scomparire. Esistono solo per chi ne è addentro, per poi svanire. Le migliori emozioni sono quelle che sublimano in ricordo, le peggiori son quelle che invece cercano attori per un semplice show. Intimo, inconsapevole e indesiderato.
Posa quello smartphone, quindi, quando sei con lei o quando sei con lui. Non serve. Credici, fidati, o capiscilo. Posa quello smartphone se ti chiede di usarlo oltre quello che è il pudore. Posa quello smartphone quando a trasmettersi non sono soltanto sorrisi o parole. Non dovrebbe servire l’arrivo della Festa della Donna per dirselo, ma è comunque questa l’occasione giusta per ricordarlo, soprattutto a chi ha ancora pochi anni e poca maturità per resistere.
Posa quello smartphone se ti vien voglia di chiederle uno scatto di più. Posa quello smartphone se non riesce a resistere e te ne fa la richiesta. Posa quello smartphone, perché una volta aperta la fotocamera non avrai (e non avrete) più il controllo. Basta poco per una condivisione, “lo mando solo a te ma non girarlo a nessuno”. Basta poco perché una pietrolina che ruzzola giù possa diventare una valanga che seppellisce tutto in fondo all’angoscia.
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