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Grazie a recenti indiscrezioni, sappiamo già molto sull’aspetto della serie Google Pixel 10, anche se il lancio è ancora lontano. Tuttavia, ci sono novità interessanti sulle prestazioni del dispositivo: pare infatti che Pixel 10 beneficerà di un avvio più rapido grazie a un’importante modifica nel sistema operativo Android.
La prima menzione pubblica di Pixel 10
Analizzando il codice dell’Android Open Source Project (AOSP), come riportato da Android Authority, è emersa una modifica denominata “Parallel Module Loading: Add performance mode”, che fa esplicito riferimento a Pixel 10. Nella descrizione, scritta da un ingegnere di Google, questa ottimizzazione ne ha ridotto i tempi di caricamento del 30%.
Sebbene sia raro trovare riferimenti diretti a hardware non ancora rilasciato nel codice AOSP, potremmo trovarci di fronte alla prima menzione pubblica di Pixel 10. La stessa modifica è stata testata anche su un Pixel Fold, il che indica che non sarà un’esclusiva della nuova generazione di Pixel, ma influenzerà tutti i dispositivi Android una volta implementata nel codice sorgente.

Credit: Android Authority
Come funziona la modifica di Android?
Senza addentrarci troppo nei dettagli tecnici, Google sta ottimizzando una fase chiave del processo di avvio di Android. Dopo il caricamento del kernel Linux, il sistema imposta l’ambiente di base per le fasi successive del boot. In questa fase, Android carica i moduli essenziali del kernel, elementi che estendono le funzionalità del sistema operativo e possono essere gestiti dinamicamente. La modifica di Google migliora il metodo di caricamento di questi moduli, eliminando un collo di bottiglia che rallentava il processo.
Anche se la riduzione del 30% nei tempi di caricamento non si traduce direttamente in un avvio complessivo più rapido dello stesso valore, l’impatto potrebbe essere comunque percepibile. Non sappiamo ancora esattamente quanto questa ottimizzazione migliorerà i tempi di avvio complessivi, ma si tratta comunque di un passo avanti nelle prestazioni di Android. Con l’arrivo di Android 16 potrebbe diventare una caratteristica standard su molti dispositivi.