Dopo l’errore con Google, le polemiche nei confronti di Piracy Shield si sono tutt’altro che placate. Infatti, è ancora battaglia aperta. La piattaforma anti-pirateria online è nel mirino e i motivi sono diversi. Come vi avevamo spiegato qualche articolo fa, la visione nei confronti di questa piattaforma continua a essere divisa in merito a questo tema.
Antonello Giacomelli, continua la sua battaglia: “A mio parere era opportuna la sospensione dell’attività della piattaforma in attesa, come deciso già a luglio, della necessaria re-ingegnerizzazione, o comunque della individuazione della tecnologia più avanzata che consenta ad Agcom un controllo non solo formale delle segnalazioni, di una necessaria ridefinizione di prerogative, strumenti, responsabilità dei diversi soggetti pubblici e privati e di una revisione delle procedure“.
A questo, secondo Giacomelli, si aggiunge anche la necessità di un incontro urgente con Lega Calcio e Governo per affrontare le criticità che sono emerse:
- la nuova norma del blocco di indirizzi IP “prevalentemente” destinati ad attività illecite, invece che “univocamente” come era prima;
- i reali costi di attività della piattaforma superiori agli stanziamenti previsti;
- la necessità di definire processi, tempi e collaborazioni in modo più preciso per contrastare l’illegalità ai diritti online.
Piracy Shield così com’è non va giù a molti
Nonostante Giacomelli sia convinto che è necessario “considerare giusta e necessaria l’attività di contrasto alla pirateria“, appare anche indispensabile, pensando a Piracy Shield, “l’adozione di strumenti tecnologici più complessi e di procedure con meccanismi di controllo adeguati“.
Dello stesso parere anche la commissaria Elisa Giomi che ha chiarito: “La lotta alla pirateria è cruciale, e un margine di errore nella realizzazione di una piattaforma così, peraltro imposta ad Agcom dalla Legge, è da mettere in conto. […] Ma Piracy Shield, per com’è oggi, non riesce nell’obiettivo e comporta rischi semplicemente non sostenibili, per le aziende e per gli utenti“.
Anche Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza Informativa, parla di prudenza valutando la situazione: “Incidenti come quello recentemente accaduto relativamente all’inibizione dell’accesso alla Content Delivery Network di Google causato da un ticket caricato su Piracy Shield il 19 ottobre scorso devono far riflettere sulla criticità che le infrastrutture informatiche rappresentano ormai per il Paese, e sull’attenzione che deve essere posta nell’assicurare che venga loro garantita fin dalla progettazione la resilienza necessaria a guasti, errori e attacchi deliberati“.