Piracy Shield, gli esperti: buono l’obiettivo, sbagliato il metodo

Continuano le critiche dopo l'errore di Piracy Shield che ha bloccato Google Drive: per gli esperti buono l'obiettivo, ma non il metodo.
Piracy Shield, gli esperti: buono l’obiettivo, sbagliato il metodo

La lotta alla pirateria continua serrata, ma anche le polemiche dopo l’errore di Piracy Shield che ha bloccato un servizio di Google per 6 lunghe ore sabato scorso. In pratica, a seguito di una segnalazione sbagliata, Google Drive è stato bloccato, impedendo agli utenti di scaricare file e contenuti, perché scambiato per un sito di pirateria che trasmetteva contenuti protetti da copyright.

La risposta di Agcom all’errore di Piracy Shield è stata chiara: nessun rimorso e niente rimpianti, la guerra fa anche questo. Tuttavia, ci sono esperti del settore che stanno discutendo sull’accaduto. Molti sostengono che l’obiettivo sia buono e giusto, ma il metodo non lo sia. In altre parole, la modalità di azione sembra essere fallata.

L’informatico Stefano Zanero, professore presso il Politecnico di Milano, è stato tra i primi a esprimersi in merito a questo errore senza andare per il sottile: “Se si fa questa cosa prima o poi il morto ci scappa“, riferendosi al metodo di Piracy Shield. Ecco quanto ha dichiarato:

Quasi tutte le cose che avevamo predetto in tanti tecnici si sono avverate. L’unica che ancora non si è avverata è che blocchiate per sbaglio una cosa che ammazza qualcuno. Se si fa questa cosa prima o poi il morto ci scappa. Vogliamo spegnere questo blocco degli IP prima che succeda, perché è inevitabile che succeda?

Piracy Shield potrebbe fornire un assist per attacchi cybercriminali

Il metodo di Piracy Shield abbiamo capito che sta facendo molto discutere. La miccia si è riaccesa subito dopo l’errore della piattaforma anti-pirateria che ha bloccato Google Drive per sei ore. Secondo l’esperto di copyright Glyn Moodyè come se in un grande centro commerciale dove dozzine di negozi condividono lo stesso indirizzo si scoprisse che il proprietario di un singolo negozio vende dischi in vinile piratati e quindi si decidesse di chiudere l’intero centro commerciale“.

Tuttavia la preoccupazione non si ferma qui. Infatti, c’è chi vede Piracy Shield un ottimo assist per attacchi cybercriminali. Stefano Quintarelli, ex deputato di Scelta Civica, ora imprenditore e informatico, è stato abbastanza categorico nella sua recente dichiarazione:

Se domani qualche attore statale o simile, qualche cattivo, prende possesso di quella piattaforma e la usa fraudolentemente per bloccare ospedali, aeroporti, treni, Governo, Autorità eccetera, abbiamo un danno che è una roba ciclopica. Quell’affare lì è un centro di rischio sistemico pazzesco.

In conclusione, la nostra speranza è che non succeda mai quanto “profetizzato” da Zanero e Quintarelli. Resta comunque chiaro che Piracy Shield faccia discutere sui metodi, ma non sugli obiettivi.

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