Phishing: torna l'incubo dei pacchi in giacenza, nuova truffa

Torna l'incubo dei pacchi in giacenza a causa di una nuova campagna phishing che abbona la vittima a servizi sovrapprezzo senza accorgersene.
Phishing: torna l'incubo dei pacchi in giacenza, nuova truffa

In Italia è tornata una maxi campagna phishing tra le più pericolose in circolazione. Si affaccia nuovamente l’incubo dei pacchi in giacenza con una falsa email che sembra essere proprio stata inviata dal corriere.

Approfittando della costante crescita degli acquisti online, i cybercriminali stanno cavalcando questa opportunità per realizzare le peggiori truffe. Si tratta di un raggiro pericoloso perché il meccanismo abbona inconsapevolmente la vittima a un servizio in sovrapprezzo.

Inoltre, l’obiettivo è quello di clonare la carta di pagamento inserita dal povero malcapitato pensando di sbloccare il pacco in giacenza e rubargli tutti i dati personali e sensibili. In puro stile phishing, questa truffa è davvero una spina nel fianco molto pericolosa.

Scopriamo insieme tutti i dettagli per riconoscerla e non cadere nella sua trappola. Anche perché, come vedremo in seguito, in ogni passaggio di questo raggiro i cybercriminali ripropongono degli avvisi quasi invisibili che notificano all’utente in merito un abbonamento, pensando così di potersi scagionare.

Phishing: di nuovo allarme truffa a tema pacchi in giacenza

Ancora allarme truffa a causa di un pericoloso raggiro a tema pacchi in giacenza. Questo attacco phishing, come di consueto, si serve di una email che viene inviata a random nella speranza che possa colpire qualche utente nel mucchio.

Dal titolo al contenuto, anche grafico, sembra essere stata inviata da un corriere. Il testo avvisa la potenziale vittima che un pacco è rimasto in giacenza perché sull’etichetta l’indirizzo risulta illeggibile.

Da chi ha inizio la truffa. Infatti, per poterlo sbloccare, il finto corriere invita l’utente a cliccare su un link contenuto nel messaggio. Questo link rimanda a una pagina phishing fraudolenta che chiede alla vittima il pagamento di 6 euro per poter riemettere in spedizione il pacco.

Il costo viene motivato dal fatto che, come detto prima, l’etichetta dell’indirizzo risulta illeggibile. Successivamente, il povero malcapitato viene rimandato su un’altra pagina di conferma dove però il costo per rimettere in consegna il pacco è ora di 2 euro.

Peccato però che una scritta minuscola posta in alto nella pagina web avvisa di un abbonamento dal costo di 49,95 euro ogni 14 giorni. L’utente inesperto, concentrato sulle informazioni da fornire al corriere per sbloccare la spedizione, non se ne accorge e così sottoscrive la sua “condanna”.

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