Il team OnePlus, guidato da Pete Lau, sta subendo grandi cambiamenti. C’è una “pulizia” e un rinnovamento generale nella struttura. L’azienda si è fusa con OPPO e rischia di perdere nel tempo la propria identità, diventando un sub-brand di quest’ultima.
Perché i dipendenti OnePlus si stanno licenziando?
I dipendenti della divisione indiana di OnePlus sono stati i primi a sentire i cambiamenti. Secondo l’autorevole e noto insider della rete @OnLeaks, i lavoratori di OP India stanno lasciando la division e tutto per il fatto che la composizione della squadra è stata ridotta al livello del gruppo operativo. La cosa più triste è che ora il team ha perso la sua indipendenza e le sue azioni sono controllate direttamente dalla Cina.
Following that #Oppo merging decision, seems like many #OnePlus India employees are very unhappy and leaving since OnePlus India has reportedly been reduced to an operations team being micromanaged from China with almost no decisional power anymore…
— Steve H.McFly (@OnLeaks) June 25, 2021
C’è chi pensa che le “epurazioni” del personale e il cambio di status della divisione non debbano sorprendere più di tanto, visto che ora tutte le redini del governo sono passate a OPPO.
L’azienda madre vorrebbe controllare tutto prendendo il controllo di OnePlus. Sembra che Carl Pei sia stato il primo a capire la “puzza” e, di fatto, è stato il primo a lasciare la compagnia lo scorso autunno. Sembra che si sia opposto a tali trasformazioni e non abbia voluto partecipare alla ridistribuzione.
Oggi tutto il mondo conosce OnePlus. La sua storia inizia nel 2013, quando una piccola startup prometteva di sfidare le più grandi corporation che traggono profitto spudoratamente dai normali consumatori offrendo smartphone a prezzi esorbitanti. Inizialmente, la società offriva prodotti premium ad un prezzo equo. Tutto sembrava perfetto e la scommessa sul produttore di “killer di punta” ha avuto successo.
Sin dal suo inizio, la società è stato in associazione con BBK e Oppo. L’azienda non lo ha confermato direttamente, ma c’erano tutte le ragioni per ritenere che in realtà non fosse un “fratello”, ma una’azienda nata dalla costola di OPPO, dove uno dei suoi fondatori, Pete Lau, un tempo lavorava come vicepresidente.