Il momento di aggiornare alla prima versione stabile di Android Pie 9.0 è arrivato anche per OnePlus 6 con a bordo OxygenOS. Il rollout è già iniziato anche se ha raggiunto ancora pochi utenti.
Beta test finiti, OxygenOS 9.0 arriva nella prima versione stabile
Il peso dell’aggiornamento è di circa 1,5GB ed il changelog è chiaro. Chi non ha partecipato al programma di beta test di Android Pie 9.0 per OnePlus 6 può finalmente godere della prima versione stabile.
La descrizione dell’update informa gli utenti che OxygenOS 9.0 porterà con se tutte le principali novità di Android Pie: nuova UI, gesture, sistema Adaptive Battery ed anche le patch di sicurezza di settembre.
Fra le altre feature compaiono anche la nuova Gaming Mode 3.0, con nuovi tipi di notifiche da poter gestire, ed una nuova modalità “non disturbare”. Infine, è disponibile anche la personalizzazione dei colori del tema.
Ritardi nella ricezione dell’OTA
Se ancora non avete ricevuto via OTA l’aggiornamento ad Android Pie 9.0 non c’è da preoccuparsi. Infatti, al momento solo pochi utentihanno visto sul loro smartphone comparire la notifica per avviare l’update del sistema operativo. Certamente, fra qualche ora la diffusione sarà globale.
OnePlus 6 è fra i pochi fortunati ad aver ricevuto l’update
Siamo alle solite. Android Pie è arrivato in versione definitiva già da un po’ di settimane, ma ancora molti device non hanno ancora visto nemmeno l’aggiornamento ad Android Oreo.
La frammentazione del sistema operativo Android è uno dei più grossi problemi, che lo rende particolarmente vulnerabile davanti alla puntualità di iOS. Il gigante di Cupertino garantisce aggiornamenti costanti e soprattutto globali. Ogni update raggiunge nello stesso momento tutti i modelli ai quali è destinato.
Senza contare lo scarso supporto software dei device già commercializzati, troppo spesso abbandonato precocemente dai produttori di smartphone Android. Insomma, una delle più grandi piaghe dell’OS del robottino verde rimane la difficoltà nella gestione degli update.
Google fa certamente del suo meglio per garantire sistemi operativi aggiornati nei tempi previsti, ma il resto del lavoro tocca ai produttori. Il gigante di Mountain View ha cercato di agevolare gli OEM mettendo a disposizione il programma Android One, all’interno del quale possono essere inclusi smartphone di qualsiasi marchio, purché a bordo ci sia una ROM Android stock. Perché il problema è proprio questo: l’estrema personalizzazione comporta maggiori tempistiche per ottimizzare gli OS prima di rilasciare update. Tutto a scapito degli utenti.