L’attuale mercato della telefonia
mobile è incentrato attorno al rinnovamento dell’hardware del terminale, mentre
il mercato dei PC è incentrato attorno al rinnovamento del software. Molte aziende
hanno ben pensato di portare il modello attualmente funzionante nel settore
PC anche in quello della comunicazione mobile. La visione futura di queste società
si basa sul Software Defined Radio (SDR).
L’SDR altro non è che la possibilità
di variare le funzionalità del terminale semplicemente aggiungendo nuovi tipi
di software. Quindi niente più problemi se ci si reca negli USA con un cellulare
che non è triband, basterà scaricare l’applicazione adatta per renderlo compatibile,
ma la stessa cosa vale se si vuole trasformare il telefonino in un terminale
CDMA, etc.
Le possibilità date dall’SDR sono
enormi. Il problema principale, attualmente, dei telefonini che supportano tale
standard è la pessima durata delle batterie. La richiesta energetica di tali
operazioni è, infatti, altissima. Vanu Bose, CEO di Vanu
Inc., azienda leader del settore SDR, afferma che ci vorranno da tre a cinque
anni per vedere telefonini basati sull’SDR. Nel frattempo, però, il sistema
potrà svilupparsi in altri ambiti, come quelli militari o di pubblico servizio.
Ad esempio per gestire i terminali mobili presenti nelle ambulanze, nelle auto
della polizia oppure nei mezzi militari.
Spesso la disomogeneità di soluzioni
elettroniche adottate dalle diverse agenzie statali porta a gravi ritardi in
caso di emergenze. Proverbiale è il caso, in campo militare, dell’invasione
americana dell’isola di Grenada, nel 1983. In quell’occasione i Marines ed i
Rangers, impiegati entrambi nell’operazione, non riuscirono a comunicare tra
di loro, a causa dei differenti standard adottati e dovettero gestire le comunicazione
sul campo tramite telefonate intercontinentali verso gli USA, che venivano poi
smistate alle truppe a Grenada. Da allora è stato creato il Joint Tactical Radio
System, che gestisce tutte le comunicazioni militari delle le Forze Armate USA.
Tornando al settore civile, non
può non essere di una grande utilità la possibilità di interoperabilità data
dall’SDR ai propri telefonini, senza più il timore che l’arrivo di una nuova
tecnologia possa rendere il terminale già obsoleto poco dopo il suo acquisto.
Il telefono diverrà qualcosa di molto più flessibile, si potrà trasformare in
un cellulare CDMA o GSM, a secondo del software utilizzato o, addirittura, in
un lettore MP3. Grandi sarebbero i profitti per chi gestirà tali aggiornamenti
e cambiamenti, che saranno anche alquanto economici per gli utenti, rispetto
al dover comprare un cellulare ex novo solo per quella data funzione desiderata.
Se i costruttori potrebbero non
apprezzare tale possibilità, che ridurrebbe notevolmente le vendite, si deve
far notare che il mercato dei PC funziona all’incirca allo stesso modo e le
vendite non sono mai calate in modo sensibile per questo motivo. In ogni caso
potrebbero essere le stesse case di produzione ad offrire un terminale base
e poi delle aggiunte via via più costose e complesse a seconda delle funzionalità
desiderate. Non esisteranno, inoltre, più problemi software e richiami per i
cellulari, che potranno essere facilmente risolti come si fa adesso con i programmi
dei PC, rilasciando delle apposite patch.
Gli stessi operatori temono l’SDR
per la possibilità che da di variare con facilità il sistema utilizzato e, di
conseguenza, questo vale soprattutto negli USA, il gestore stesso. Tutti gli
attori della catena del valore potrebbero avere dei benefici da tale soluzione.
Bisognerà vedere se effettivamente l’SDR sarà capace di imporsi realmente o
sarà solo uno dei tanti progetti campati in aria di questi ultimi anni.