Quando oramai sembrava che la annosa vicenda di IPSE 2000 stesse per giungere a conclusione, nuovi scenari si sono affacciati per i restanti 120 dipendenti del mai nato quinto operatore mobile. Dopo la discussione della mozione Falomi e il raggiungimento di un’intesa per unire per sempre i dipendenti rimasti al futuro degli asset dell’azienda, i dirigenti di IPSE 2000 starebbero preparando una messa in mobilità subito dopo l’estate per anticipare l’obbligo che verrà tra poco approvato dal Governo.
I rappresentanti sindacali dei lavoratori di IPSE 2000 hanno quindi scritto una nuova lettera al Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri chiedendo la convocazione di un incontro tra sindacati ed azienda con l’intermediazione del Ministero. Le richiesta dei lavoratori sono oramai sempre le medesime, ovvero chiarezza per il proprio futuro, da troppo tempo messo continuamente in discussione, senza la possibilità di poter programmare con sicurezza una vita quotidiana. Di seguito la lettera inviata dai sindacati a Gasparri:
Egregio Signor Ministro,
il rischio denunciato nella nostra precedente lettera aperta a Lei indirizzata il 14 aprile, che con la nuova normativa per le TLC una azienda come IPSE 2000, licenziataria UMTS congelata da oltre 18 mesi, si avvalga della regolamentazione sul trading delle frequenze UMTS per vendere la licenza e le frequenze, liquidando l’impresa e mettendo sulla strada circa 120 lavoratori, sembra avviarsi a diventare una drammatica realtà.
È per questo motivo che dopo meno di 2 mesi siamo qui a scriverLe nuovamente e a rivolgerLe un accorato appello.
Infatti dopo i positivi incontri con le OO.SS. svoltisi a maggio presso il Suo Ministero e l’impegno ribadito sia dal Capo di Gabinetto dott. Condemi il 16 maggio a Largo Brazzà, che dal sottosegr. Baldini in occasione della discussione della mozione Falomi in Senato il 19 maggio, il 30 maggio scorso è trapelata la notizia che il CdA di Ipse 2000 dopo l’approvazione del budget 2003 avvenuto il 29 maggio, si appresterebbe ad avviare una procedura di licenziamento collettivo contro 120 dipendenti, ai fini di un taglio consistente del personale, oggi costituito da 135 dipendenti, da effettuarsi entro settembre.
Tale decisione andrebbe in contro-tendenza rispetto a quanto sostenuto dal Capo di Gabinetto alla presenza delle OO.SS. e poi dal sottosegr. Baldini in Senato, in quanto giungendo in anticipo rispetto alla legge sul trading delle frequenze, consentirebbe all’Azienda di giungere, ‘alleggerita’ del peso dei dipendenti, al mese di settembre, quando ormai la legge sarà in vigore ed esisteranno concrete manifestazioni di interesse per le frequenze UMTS di Ipse (Vodafone e Tim hanno già anticipato tale interesse nei giorni scorsi). L’Azienda in tal modo ignorerebbe con arroganza e cinismo le indicazioni e gli impegni espressi dal Governo e dal Suo Ministero in più occasioni e sedi al fine di esperire una soluzione che salvaguardi, oltre che gli interessi industriali ed economici, anche i livelli occupazionali dei lavoratori e delle lavoratrici di Ipse 2000, in una fase congiunturalmente avversa per il settore delle TLC come quella che è da tempo in atto, che pregiudica di fatto una autonoma ricollocazione dei lavoratori.
Continua la lettera inviata dai sindacati a Gasparri:
Il Sen. Baldini ha infatti affermato il 19 maggio nel corso della discussione della mozione in Senato "che le preoccupazioni espresse nella mozione presentata dal senatore Falomi e altri senatori appartengono anche al Governo, che non può essere assolutamente insensibile rispetto all’esigenza vitale di un numero di dipendenti, sia pure più basso rispetto a quello originario, comunque sempre considerevole, che hanno oggi prospettive incerte rispetto alla loro vita lavorativa. È evidente che il Governo utilizzerà tutti gli strumenti possibili e immaginabili, soprattutto attraverso un costante e continuo lavoro con le organizzazioni sindacali, per poter arrivare alle soluzioni più idonee perché si possa trovare uno sbocco positivo a questa situazione. È evidente che il Governo farà di tutto per utilizzare quegli strumenti, che mano a mano verranno in evidenza, che si dimostreranno utili e legittimamente utilizzabili per raggiungere questo obiettivo, proponendo infine di modificare l’ultima parte della mozione in questi termini: ‘impegna il Governo, di concerto con le organizzazioni sindacali, ad esperire ogni iniziativa finalizzata a salvaguardare le posizioni dei lavoratori dipendenti di Ipse e comunque, nell’eventualità della cessione delle frequenze ad altri operatori, impegna il Governo ad operare per favorire, da parte di questi ultimi, il pieno assorbimento dei lavoratori Ipse 2000’.
Quello che chiediamo a questo Governo, e al Suo Ministero in particolare, è di non ammettere che una regolamentazione nata nel principio di un rilancio tecnologico e industriale del settore, si trasformi in un comodo stratagemma per liberarsi di 120 dipendenti da un’azienda che non ha mai presentato un piano industriale e si è rivelata incapace di un qualsiasi progetto tecnologico che favorisca lo sviluppo di questo Paese. Le chiediamo inoltre di convocare urgentemente l’Azienda e le Organizzazioni Sindacali, per un confronto franco e sereno che permetta di evitare una drammatizzazione della vicenda, che vanificherebbe tutti gli sforzi fatti da oltre un anno per approdare ad una soluzione soddisfacente per tutte le parti in causa.
RingraziandoLa in anticipo per la disponibilità e l’attenzione finora concessa alla nostra questione, Le porgiamo distinti saluti e restiamo in attesa di un Suo riscontro.